Associazione dei Ginecologi Italiani:
ospedalieri, del territorio e liberi professionisti

slider_medici.jpg
topbanner2b.jpg
topbanner3d.jpg
  • Aogoi
  • Notiziario
  • Oltre 230 milioni di bambine e donne hanno subito mutilazioni genitali femminili. Il nuovo rapporto Unicef

Oltre 230 milioni di bambine e donne hanno subito mutilazioni genitali femminili. Il nuovo rapporto Unicef

8 marzo - Sale del 15% il numero totale di sopravvissute a Mgf (ovvero 30 milioni) rispetto al 2016. Nei paesi africani 144 milioni di casi, seguiti da 80 milioni in Asia e 6 milioni in Medio Oriente, 4 sopravvissute su 10  vivono in contesti fragili e colpiti da conflitto. Circa 400 milioni di persone nei paesi in cui si effettua questa pratica si oppongono alle mutilazioni genitali femminili.

Sono oltre 230 milioni di bambine e donne in vita che hanno subito mutilazioni genitali femminili (Mgf). Le stime globali aggiornate mostrano un incremento del 15% del numero totale di sopravvissute alla pratica  - 30 milioni in più di ragazze e donne - rispetto ai dati di otto anni fa.

I dati più elevati si riscontrano nei paesi africani, con 144 milioni di casi, seguiti da 80 milioni in Asia e 6 milioni in Medio Oriente, con un numero maggiore di casi stimati nelle piccole comunità praticanti e nei Paesi di migrazione in altre parti del mondo.

E’ quanto emerge da un nuovo rapporto lanciato oggi dall’Unicef Female Genital Mutilation: A Global Concern, la più aggiornata raccolta di statistiche sulle Mgf, una pratica che viola i diritti umani di ragazze e donne e può lasciare conseguenze fisiche, psicologiche e sociali.

Lanciati in occasione della Giornata Internazionale della Donna, i dati mostrano che il ritmo dei progressi per porre fine alle Mgf segna il passo rispetto alla crescita della popolazione, soprattutto nei luoghi in cui le Mgf sono più diffuse. soprattutto sono molto lontani dal raggiungere l’Obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite di eliminare questa pratica. Il ritmo globale di diminuzione dovrebbe essere 27 volte più veloce per porre fine alla pratica entro il 2030.

“Le mutilazioni genitali femminili danneggiano il corpo delle bambine, offuscano il loro futuro e mettono in pericolo la loro vita – ha dichiarato la Direttrice generale dell’Unicef Catherine Russell – stiamo anche assistendo a una tendenza preoccupante: sempre più bambine vengono sottoposte a questa pratica quando sono molto piccole, spesso prima del loro quinto compleanno. Questo riduce ulteriormente il margine di intervento. Dobbiamo rafforzare le azioni per porre fine a questa pratica dannosa”.

L’analisi rivela inoltre che il numero di bambine nate in Paesi che praticano le Mgf sta crescendo rapidamente rispetto al resto del mondo. Ciò significa che i futuri sforzi di prevenzione dovranno rivolgersi a una popolazione a rischio più ampia.

L’analisi mostra anche che 4 sopravvissute su 10 alle Mgf vivono in contesti fragili e colpiti da conflitti, dove la crescita demografica è altrettanto rapida. Questa combinazione può mettere a dura prova i servizi scolastici e sanitari, dirottare le risorse verso le crisi e interrompere i programmi che affrontano la disuguaglianza di genere, rendendo più difficile affrontare le Mgf.

Luoghi come la Somalia e il Sudan devono affrontare la sfida di Mgf  diffuse, oltre ad altre questioni urgenti, tra conflitti e crescita demografica. L’Etiopia ha compiuto progressi costanti, ma gli shock climatici, le malattie e l’insicurezza alimentare rendono più difficile realizzare programmi affidabili a sostegno delle bambine.

 

menu
menu