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Contro la violenza invisibile

Contro la violenza invisibile

Photo by Modestas Urbonas, CC0 License

10 marzo 2009

Contro la violenza invisibile

La violenza “di genere” procede senza incontrare barriere o confini: è, infatti, trasversale in tutte le società, condizioni economiche e culturali 1,2,3.

Questa violenza è quasi sempre invisibile ovunque, anche in Italia, perché non è denunciata.
La violenza è, in primis, violenza domestica: questo è il risultato ricorrente in tutte le indagini condotte, anche con metodologie molto diverse, in vari Paesi.

La violenza è riconosciuta con difficoltà anche dalle stesse donne: l'indagine Istat del 2006 riporta che solo il 27,3% delle donne stuprate dal proprio partner dichiarano che il fatto rappresenta un reato. D'altro canto, la stessa indagine rileva che solo il 28% dei partner autori di violenza denunciati sono stati imputati e solo l'8% condannati 4.

I ritmi di crescita della violenza sono stati misurati dal 2004 al 2005 (dati Istat):

Violenza

2004 2005

%

Violenza sessuale

1.778

2.167

+22

Violenze in età > 14 anni

1.516

1.875

+24

Violenze in età < 14 anni

89

111

+25

Lesioni dolose

11.671

13.927

+19,3

Percosse

3.807

4.618

+21,3

Minacce

17.926

20.715

+16

Ingiurie

13.345

18.219

+19

Omicidi preterintenzionali

3

5

+67

Tentati omicidi

186

239

+28,5

 

Le dimensioni della violenza raggiunte (stimate nell'indagine Istat 2006) sono:

Violenza

numero

%

Vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita

6 milioni e 743 mila

31,9

Violenza sessuale

5 milioni

23,7

Violenze fisiche

3 milioni e 96 mila

18,8

Stupri o tentati stupri

1 milione

4,8

Violenza fisica o sessuale subita da partner

2 milioni e 938 mila

14,3

Stupri o tentati stupri subiti da partner

603 mila

2,4

 

Una delle raccomandazioni dell'Oms indica, come prioritario il ruolo dell'assistenza sanitaria nel migliorare la gestione delle emergenze e il compito di curare e guarire le vittime della violenza, riconoscerne i segni e segnalarle ai centri d'accoglienza e di sostegno.

Il settore medico riveste un ruolo fondamentale nella risposta alla violenza, soprattutto, attraverso:

  • la raccolta dell'evidenza medica e legale perchè la documentazione medico-legale può aumentare significativamente la probabilità che il/i colpevoli vengano arrestati, accusati e condannati
  • l'addestramento degli operatori sanitari che, con una più ampia consapevolezza e conoscenza del fenomeno, fornisca gli strumenti adeguati per scoprire e gestire i casi di abuso in modo efficace 1,5,6 .

In particolare, la violenza sessuale, riconosciuta come un serio problema di salute pubblica in tutto il mondo, può influire profondamente sul benessere fisico, emotivo, mentale e sociale delle vittime. Si associa a numerose conseguenze sulla salute della donna come:

  • gravidanza indesiderata
  • complicanze ginecologiche come (ad esempio: sanguinamenti vaginali, fibromi, dolore pelvico cronico e infezioni del tratto urinario)
  • malattie a trasmissione sessuale, compreso l'HIV/AIDS, epatite B o C
  • perdite o sanguinamenti vaginali
  • depressione
  • disordine da stress post-traumatico
  • pensieri e comportamenti suicidi 1,7,8

La violenza attuata dal partner (IPV) può iniziare o intensificarsi in gravidanza con conseguenze significative per la donna, il feto e il bambino . Infatti, l'IPV può determinare un alto rischio di stress, parto pre-termine o basso peso alla nascita del neonato, aumento delle complicanze infettive prenatali 9.
La violenza rappresenta la seconda causa di morte in gravidanza, che è più frequente del diabete gestazionale o della placenta previa, ed è significativamente associato a patologie ostetriche e ginecologiche.
Al contempo, la gravidanza rappresenta una grandissima opportunità per svelare una situazione di maltrattamento poiché la maggior parte delle donne segue un programma di controlli prenatali e hanno, quindi, ripetute occasioni di entrare in contatto con operatori sanitari 10 .

Il lavoro del Gruppo di Studio sulla Violenza Sessuale dell' AOGOI è basato sulla convinzione che occuparsi di assistenza alla donna violentata sia parte integrante della professionalità del Ginecologo e dell'Ostetrica e l'acquisizione delle attuali conoscenze in tema di violenza contro le donne e i minori sia un obbligo deontologico e professionale.

Innanzitutto, sono state individuate e condivise Linee guida dedicate, con l'obiettivo di supportare soprattutto i ginecologi che operano negli ospedali del servizio sanitario nazionale a migliorare la qualità dell'assistenza medica e psicologica, fornire strumenti per la raccolta degli elementi probativi a scopo forense, come prove irripetibili dei fatti accaduti e sviluppare la formazione dei ginecologi e degli operatori sanitari coinvolti nell'assistenza alle vittime della violenza.

L'impegno dell'AOGOI nel diffondere la cultura sui temi relativi alla violenza tra i ginecologi comprende un'attività di formazione specifica che si articola in:

  • strumenti di diagnosi e valutazione della violenza ( CARTELLA CLINICA PER MINORI OLTRE I 13 ANNI E ADULTI DI SESSO FEMMINILE, KIT DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO PER L'ESAME GINECOLOGICO , basato su protocolli d'intervento, GLOSSARIO DEI REPERTI )
  • elementi di medicina legale ( PROCEDIBILITÀ DEI DELITTI SESSUALI ) e integrazione con l'attività delle autorità giudiziarie locali
  • VALUTAZIONE SEMEIOTICA NEI BAMBINI PREPUBERI: specificità delle modalità d'accoglienza, dell'esame obiettivo, tecniche d'anamnesi, diagnosi di malattie sessualmente trasmesse, relazione medica secondo classificazione Adams 2001. 

Inoltre, l'AOGOI fornisce tutorship e criteri per l'organizzazione di corsi di formazione a livello di:

  • presidi ospedalieri, per l'attivazione del percorso assistenziale in caso di violenza sessuale su donna adulta e/o minore, in funzione della specifica realtà territoriale;
  • ambulatori specialistici/consultori famigliari per la gestione delle conseguenze fisiche e psicologiche della violenza su donne e minori, in un programma multidisciplinare;
  • università, per promuovere l'insegnamento sul tema della violenza e dell'abuso all'interno dei Corsi di specializzazione di Ostetricia e Ginecologia e del Corso di laurea in Scienze Ostetriche.


Sono state messe a punto anche le Linee Guida per corsi di formazione in tema di violenza sulle donne e di abuso sui minori.
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Bibliografia

  1. World Health Organization 2002. Visionato il 21 febbraio 2009
  2. Council of Europe 2006. Combating violence against women. Visionato il 21 febbraio 2009
  3. Shoffner DH. We don't like to think about it: intimate partner violence during pregnancy and postpatrum. Curr Opin Pediatr 2003; 15(3):304-8
  4. Istat 2006. La violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia
  5. Liebschultz JM et al. Violence against women: a physician's guide to identification and management. NEMJ 2004; 350(3)
  6. Cook J, Bewley S. Acknowledging a persistent truth: domestic violence in pregnancy. J Perinatal Nurs 2008; 22(1):39-48
  7. Taft AJ, Watson LF. Depression and termination of pregnancy (induced abortion) in a national cohort of young Australian women: the confunding effect of women's experience of violence. BMC Public Health 2008; 8:75
  8. Wenzel SL et al. Victimization and health among indigent young women in the transition to adulthood: a portrait of need. J Adolesc Health 2006; 38(5): 536-43
  9. Chambliss LR. Intimate partner violence and its implication for pregnancy. Clin Obstet Gynecol 2008; 51(2): 385-97
  10. Dubini V. Fermiamo la violenza contro le donne. GynecoAOGOI N. 5 2005
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