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dTpa in gravidanza: evidenze di letteratura

La vaccinazione con dTpa (antipertosse-tetano-difterite) è sicura in gravidanza e protegge il bambino nei primi mesi di vita in virtù dell’immunità passiva.

 

dTpa in gravidanza: efficacia

Studi clinici hanno confermato efficacia e sicurezza del vaccino dTpa (antipertosse-tetano-difterite) somministrato in gravidanza.

Uno studio di coorte retrospettivo1, condotto dal 2010 al 15, su 148.981 nati nel Centro Californiano Kaiser Permanente, ha valutato l’efficacia del dTap somministrato in gravidanza nella prevenzione della pertosse nei neonati nei primi 2 mesi di vita, che risulta essere del 91,4%. Lo stesso studio è continuato con un follow-up fino al primo anno di vita dei bambini e ha dimostrato che l’efficacia della protezione aggiuntiva dell’immunizzazione materna a quella della vaccinazione primaria è stata del 69%. In questo modo, è stato dimostrato che l’immunizzazione materna aveva ulteriormente rinforzato la protezione complessiva del bambino nel primo anno di vita.  

Un ampio studio caso-controllo2 condotto dal Centres for Disease Control ha valutato l’efficacia della vaccinazione materna contro la pertosse, che negli USA è raccomandata dal 2012, con coperture che sono arrivate fino a quasi il 50%. Questo studio, che ha coinvolto numerosi Stati USA che notificano i casi di pertosse al CDC, ha confermato l’efficacia della vaccinazione antipertosse in gravidanza, dimostrando una “effectiveness” del 78% nel prevenire i casi di pertosse nei neonati nei primi 2 mesi di vita.

 

dTpa in gravidanza: sicurezza ed esiti materno-fetali

I dati di letteratura dimostrano che il dTpa è sicuro in gravidanza e che non vi sono differenze significative nella incidenza degli esiti materni e fetali riconducibili allo stato vaccinale3-5. Due recenti revisioni supportano la sicurezza per madre, feto e neonato della vaccinazione anti-pertosse somministrata in gravidanza 4,5.
La sicurezza della vaccinazione materna è stata valutata in termini di effetti indesiderati ed esiti avversi, in particolare relativamente a reazioni avverse materne, complicanze ostetriche, complicanze fetali e neonatali.

 

Reazioni avverse materne

Manifestazioni materne avverse correlate al vaccino comprendono eventi locali e sistemici susseguenti l’iniezione:

  • reazioni locali al sito di iniezione (dolore, arrossamento e gonfiore)
  • mal di testa

Sono state riportate reazioni locali minime e dolore nella sede anatomica di iniezione al momento della somministrazione.

 

Complicanze ostetriche

Le evidenze disponibili non hanno dimostrato l’associazione con rischio aumentato per complicanze ostetriche antenatali come, ma non solo, i disturbi ipertensivi (pre-eclampsia e eclampsia) o parto pretermine, in casi sottoposti a vaccino rispetto ai casi che non lo hanno ricevuto.
In riferimento al rischio di corioamniosite, uno studio osservazionale ha mostrato un aumentato rischio in donne che hanno ricevuto il vaccino rispetto a donne che non lo hanno effettuato (6.1% nelle vaccinate versus 5.5% nelle non vaccinate).
Gli Autori ritengono plausibile che tale dato sia correlato ad un “residual confounding”, poiché lo Studio non ha dimostrato un'associazione tra vaccino per pertosse in epoca prenatale e aumentato rischio per parto prematuro, conseguenza clinica importante e da temere correlata alla corioamniosite. Tale complicanza non è stata evidenziata in 2 ulteriori studi osservazionali, seppur di ridotta numerosità4,5.

 

Complicanze fetali e neonatali

Le evidenze disponibili non hanno dimostrato alcuna associazione con un rischio aumentato per complicanze fetali e neonatali di rilievo come la perdita fetale o neonatale, il parto pretermine, i disturbi di crescita in utero - in termini di LBW (Low Birth Weight) e SGA (Small for Gestational Age) - e le anomalie congenite in casi sottoposti a vaccino alla fine del II trimestre o nel III trimestre di gravidanza rispetto ai casi che non lo hanno ricevuto.

Poiché gli anticorpi materni, a livelli protettivi verso la pertosse, persistono nel neonato per 36-55 giorni, alcuni studi hanno evidenziato la potenziale interferenza da parte delle IgG di derivazione materna nell’inibire la risposta immune del nascituro verso gli stessi antigeni dopo vaccinazione primaria anticorpale neonatale (“BLUNTING immunologico”, attenuazione dell’efficacia vaccinale). È stato successivamente dimostrato che tale effetto non è più presente dopo la dose booster (richiamo). La rilevanza clinica di tale fenomeno non è nota, ma i dati epidemiologici di Paesi che hanno applicato la vaccinazione materna non mostrano un impatto negativo sulla protezione verso specifiche patologie come la pertosse. In merito alla correlazione tra vaccinazione dTpa in gravidanza e autismo, non vi sono evidenze di aumentato rischio.

Infine, è importante ricordare che, come per tutti i vaccini iniettabili, appropriati trattamenti e supervisione medica devono essere sempre prontamente disponibili per il rischio di rare reazioni anafilattiche, successive alla somministrazione del vaccino4,5.

 

Uno studio retrospettivo, condotto su 1759 donne in gravidanza, ha valutato la correlazione tra vaccinazione ed alcuni esiti materni: corionamniotite, endometrite post-parto, parto pretermine, rottura prematura delle membrane, parto indotto, e fetali: basso peso alla nascita, peso molto basso alla nascita, peso basso per età gestazionale (SGA), punteggio Apgar a 5 minuti, malformazioni (in particolare spina bifida, trasposizione dei grandi vasi, tetralogia di Fallot, difetto del setto atrio-ventricolare, palatoschisi, ernia diaframmatica), ricovero in unità di cura intensiva).

I risultati hanno evidenziato la sicurezza del dTpa per madre e bambino, inoltre, è emersa una minore frequenza di parto cesareo nelle donne vaccinate. Probabilmente questa osservazione non è da interpretare come un effetto direttamente riconducibile allo stato vaccinale materno ma allo stato emozionale: gli autori hanno ipotizzato che le donne che temevano per la salute del proprio bambino e non hanno aderito al vaccino per questo motivo, avessero scelto il cesareo sempre per motivi legati alla loro ansia rispetto all’esito3.

 

Uno studio osservazionale, condotto su 793 donne (età media 32 aa), vaccinate alla 28°-38° settimana di gravidanza, con follow up di 4 settimane, ha evidenziato che il dTap è stato ben tollerato, anche quando somministrato in concomitanza con il vaccino antinfluenzale.

Le reazioni in sede di iniezione (dolenzia, gonfiore, eritema) sono state comuni e di breve durata, mentre quelle sistemiche molto rare. Non si sono verificati SAE correlati al vaccino6.

Uno studio retrospettivo di coorte, condotto su 29.155 donne incinte, vaccinate con dTpa, non ha evidenziato alcun aumento del rischio di eventi avversi acuti o esiti negativi di gravidanza nelle donne vaccinate 2 o 5 anni prima rispetto a quelle vaccinate più di 5 anni prima7.

  

 

 

Bibliografia

  1. Baxter R, et al. Effectiveness of Vaccination During Pregnancy to Prevent Infant Pertussis. Pediatrics. 2017 May;139(5)
  2. Skoff TH, et al. Impact of the US Maternal Tetanus, Diphtheria, and Acellular Pertussis Vaccination Program on Preventing Pertussis in Infants <2 Months of Age: A Case-Control Evaluation. Clinical Infectious Diseases. 2017; 65 (12):1977–83
  3. Berenson AB, et al. Maternal and infant outcomes among women vaccinated against pertussis during pregnancy. Human Vaccines & Immunotherapeutics. 2016; 12 (8): 1965-1971
  4. Furuta M, et al. Efficacy and safety of pertussis vaccination for pregnant women – a systematic review of randomised controlled trials and observational studies. BMC Pregnancy Childbirth. 2017; 17(1):390
  5. Gkentzi D, et al. Maternal vaccination against pertussis: a systematic review of the recent literature. Arch Dis Child Fetal Neonatal Ed. 2017.102(5):F456-F463
  6. Petousis-Harris H, et al. Safety of Tdap vaccine in pregnant women: an observational study. BMJ Open. 2016 18;6(4):e010911
  7. Sukumaran L, et al. Infant Hospitalizations and Mortality After Maternal Vaccination. Pediatrics. 2018; 141 (3):e20173310

 

 

 

 

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