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HPV ed esitazione vaccinale: quanto ha influito il vaccino anti-COVID

La vaccinazione anti-HPV è tra quelle che hanno subito il maggior calo di somministrazione a seguito dell'emergenza Covid, tuttavia, anche terminata l’emergenza, il recupero sembra al di sotto delle aspettative.

 

La copertura vaccinale a livello nazionale, prima della pandemia, era al 70% nelle femmine e intorno al 60% nei maschi, a fronte degli obiettivi di copertura stimati del 95%. Purtroppo durante la pandemia tutte le attività vaccinali, soprattutto quella contro l'HPV, sono drasticamente diminuite e il gap tra le regioni è diventato più profondo, con una variabilità che può raggiungere 30 punti percentuali.

Il decremento delle coperture poteva essere riconducibile inizialmente alle difficoltà organizzative dovute alla gestione della pandemia. La paura del COVID sembra avere attenuato la consapevolezza di altre patologie, compresa l’importanza della prevenzione.

Per questo, il 4 marzo, Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’HPV, è stata data la notizia dell’approvazione in Italia della vaccinazione universale anti-HPV dai 12 ai 45 anni. L’Italia sarebbe tra i primi paesi ad allinearsi all’obiettivo posto lo scorso anno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: portare la mortalità per tumore del collo dell’utero sotto la soglia di 4 donne ogni 100.000 (cioè ridurla quasi a zero) entro il 2030. Ora che il Covid sta allentando la morsa, soprattutto grazie alla vaccinazione di massa, non solo non è più un alibi per rimandare la vaccinazione. Anzi, il modello organizzativo sperimentato per il vaccino anti-covid potrebbe essere applicato a quello contro l’HPV.

I motivi del ritardo/riduzione dell’adesione alla campagna vaccinale, sono riconducibili innanzitutto ai problemi di tipo organizzativo e logistico, soprattutto durante il primo lockdown, con riduzione del numero degli inviti.

Vi è stata inoltre una riduzione della percezione del rischio delle patologie HPV-correlate rispetto al COVID-19.

L’esitazione vaccinale è ulteriormente aumentata a seguito dell’introduzione dei vaccini anti-COVID, che hanno avuto, e tuttora hanno, una notevole risonanza mediatica.

La vulnerabilità al COVID è percepita come più elevata e la malattia è percepita come più minacciosa, non essendoci sicure cure specifiche, mentre per HPV esiste la possibilità di fare screening e tenere sotto controllo una possibile evoluzione infausta. I vaccini sono tra le più grandi conquiste della medicina ed hanno permesso di debellare malattie gravi o mortali, come il vaiolo o la polio, eppure l’esitazione vaccinale è stata definita dall’OMS tra le prime 10 minacce per la salute globale.

Il termine «esitazione vaccinale» è una traduzione dall’inglese di ‘vaccine hesitancy’, recentemente definita dal Gruppo Strategico di Esperti per le Vaccinazioni (SAGE) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità come il ritardo o il rifiuto di adesione all’offerta di vaccinazione, nonostante la disponibilità di servizi.

I vaccini sono tra le più grandi conquiste della medicina ed hanno permesso di debellare malattie gravi o mortali, come il vaiolo o la polio, eppure l’esitazione vaccinale è stata definita dall’OMS tra le prime 10 minacce per la salute globale.

Il termine «esitazione vaccinale» è una traduzione dall’inglese di ‘vaccine hesitancy’, recentemente definita dal Gruppo Strategico di Esperti per le Vaccinazioni (SAGE) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità come il ritardo o il rifiuto di adesione all’offerta di vaccinazione, nonostante la disponibilità di servizi.

Le determinanti specifiche di esitazione per il vaccino anti-HPV sono riconducibili a quanto segue:

La vaccinazione non esime in ogni caso dallo screening e questo può essere percepito come una mancanza di efficacia.

Circolano molte fake news sulla sicurezza e su eventi avversi per i quali non è stata tuttavia dimostrata alcuna correlazione con il vaccino. Il vaccino è opzionale e la forza della raccomandazione non è percepita, quanto meno c’è la tendenza a rimandare dare la precedenza ad altri vaccini obbligatori. Purtroppo anche il personale sanitario non è esente da esitazione vaccinale e questo viene inevitabilmente trasmesso ai pazienti. L’esitazione vaccinale rallenta i programmi di immunizzazione di massa ed è quindi doveroso contrastarla, anche se richiede risorse per la persuasione.

Le persone che esitano nell’adesione vaccinale si possono recuperare, almeno in parte, con una adeguata informazione e un ascolto empatico.

L’ignoranza (mancanza di conoscenza) genera paura e diffidenza, allo stesso modo dei messaggi contraddittori che talvolta circolano anche a causa di una certa disattenzione da parte di media, Istituzioni e degli stessi medici.

Un’alleanza costruttiva tra Istituzioni, media e scienza, favorisce la diffusione di messaggi positivi alle famiglie.

La diffusione di un'informazione corretta a genitori e ragazzi, sui rischi del Papillomavirus deve essere condotta in modo sinergico da pediatri, MMG, ginecologi, igienisti. 

Un altro aspetto fondamentale per potenziare la campagna vaccinale contro l'HPV sarà ristabilire la fiducia nelle istituzioni, nei medici e nella scienza.

 

Fonti

 

a cura di Carlo Maria Stigliano, AOGOI

 

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