Prefazione
Prof. Vito Trojano
Presidente nazionale AOGOI
La comunità medica è ogni giorno di più oggetto di censure, esposti, denunce penali, citazioni civili, doglianze che giungono all'ordine professionale e fanno aprire processi disciplinari. L'esposizione mediatica negativa degli articoli di giornale ha effetti dirompenti. Si tratta ormai di una tendenza in continua espansione che non pare attenuarsi, sostenuta da un'animosità che talvolta rasenta l'irrazionale. Si ha la sensazione che il paziente voglia trasferire sul medico la responsabilità della malattia che lo ha colpito, che l'identificazione di un colpevole serva a ridurre l'impatto con la malattia non più accettata nella società moderna.
L'errore medico nel passato giudicato come qualcosa di inevitabile, insito in una professione rispettata ancorché piena di incertezze e soggetta a umana fallibilità, oggi non è più tollerato perfino se ha procurato un danno lieve o solo un pregiudizio transitorio. A volte si istaurano cause strumentali al risarcimento per ragioni infondate, altre volte il paziente è motivato da un risentimento che lo spinge a voler raggiungere più la condanna del medico che l'obiettivo del risarcimento.
Quanto più la medicina è progredita tanto più si assiste a un incremento del contenzioso nei riguardi dell'attività sanitaria. Molti giuristi, analizzando questo fenomeno, hanno messo in luce come i progressi nella diagnosi e cura, e quindi nella tutela della salute, sempre più efficaci, siano destinati a far aumentare proporzionalmente le ipotesi di contenzioso.
Oggi è sempre più presente la convinzione nell'inconscio collettivo che la medicina sia onnipotente e abbia sempre successo, alimentando così aspettative senza limiti nei confronti dell'operato del medico. Convinzioni errate scaturiscono da un'informazione costante sui traguardi raggiunti dalla scienza medica e i suoi progressi ottenuti nella lotta alle patologie. A fronte di aspettative non realistiche, le conseguenti delusioni, anche senza colpa del sanitario, incrementano il contenzioso.
Il medico spesso si interroga sui motivi del cambiamento di rotta verso una professione in passato molto rispettata e oggi molto vituperata. Vive come una profonda ingiustizia la censura del suo operato nei tribunali, la sottoposizione al vaglio del dibattimento, con lunghe vicende giudiziarie che procurano ansia e dispendio economico anche quando si concludono con l'assoluzione in modo pieno e soddisfacente.
In questo clima di "caccia alle streghe" il medico paga in senso totale, cioè economico e morale, con grave sofferenza psicologica molto spesso per vicende a lui assolutamente non addebitabili. L'aumento della sinistrosità comporta la sempre maggiore difficoltà delle compagnie assicurative ad accettare rischi difficilmente gestibili. In parallelo sono lievitati i premi delle polizze. Non vigendo alcun obbligo per le compagnie, non vi sono cogenti impegni per le assicurazioni che possono quindi abbandonare questo settore di mercato rivelatosi improduttivo.
La magistratura ha avvertito e stimolato il cambiamento verso i medici, manifestando così la ben nota evoluzione giurisprudenziale in senso sempre più sfavorevole al medico, emettendo orientamenti disomogenei, spesso contrastanti e sempre più severi.
La crisi della professione medica è anche una crisi di fiducia perché si è incrinato il rapporto medico-paziente e il rapporto fiduciario del medico con la struttura dove presta la sua attività. È agevole constatare che se da una parte la medicina ha fatto passi impensabili sul versante della diagnosi e terapia, molto aiutata dai progressi tecnologici, da nuove scoperte scientifiche, dall'uso di farmaci sempre più efficaci, ciò però ha comportato un più critico atteggiamento dei pazienti che, a fronte delle migliori possibilità di cura, non accettano più l'evento avverso.
In caso di malasanità meglio prevenire i danni o aspettare gli eventi? Sembra una domanda lapalissiana ma non lo è. Molto spesso la prevenzione, intesa come riduzione dei rischi evitabili o come assicurazione e consulenza legale preventiva o difesa in giudizio contro i rischi inevitabili, è purtroppo trascurata da chi dovrebbe occuparsene, ossia dalle strutture sanitarie pubbliche e private dove il medico lavora. Le distrazioni di medici, gli errori nella tecnica o tempistica, le sviste in sala operatoria rendono il campionario della mal practice fin troppo vasto relativamente agli addebiti contro i medici. Nessuno però parla dei problemi più gravi, causati dall'inadeguatezza e dalla disorganizzazione di molte strutture, da cui deriva il maggior numero di danni alla salute, capitolo doloroso anche per i risarcimenti che raggiungono ormai cifre da capogiro e che drammaticamente sempre più coinvolgono solo l'operatore sanitario in conflitto e a volte in totale assenza del supporto dell'ospedale o della casa di cura.
Il contenzioso giudiziario ha dimostrato che la ginecologia e ostetricia è tra le specialità più esposte a rischio e, in quanto tale, essa richiama di frequente problematiche medico-legali di particolare complessità, nonché di difficile trattazione nelle aule giudiziarie.
Pertanto l'AOGOI, in questi ultimi anni, oltre che sul piano sindacale, con l'organizzazione FESMED, della tutela legale e assicurativa e su quello del rapporto istituzionale, si è impegnata a rivitalizzare il ruolo della Fondazione Confalonieri Ragonese come contenitore scientifico importante e collegato con i più referenziati esperti nella disciplina ostetrica e ginecologica, sia a livello nazionale che europeo, per la stesura di linee guida e volumi scientifici da mettere a disposizione di tutti i colleghi e delle istituzioni interessate.
La realizzazione di questo volume - resa possibile grazie al contributo incondizionato di Angelini - è una delle tante conferme in cui gli autori, brillantemente, riportano in modo attento e aggiornato considerazioni clinico-operative da seguire nell'affrontare alcune significative patologie della nostra disciplina.
Gli stessi offrono in questi capitoli, al lettore, un importante momento di riflessione e confronto per poter risolvere situazioni complesse con maggiore serenità e sicurezza, cercando di evitare errori di percorso che potrebbero portare a contenziosi medico-legali.