Scheda pratica
Con la consulenza del Dottor Andrea Prisco Natale
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Quando un ovulo fecondato non si impianta nell'utero ma al di fuori di esso, in genere nelle tube di Falloppio, si parla di gravidanza extrauterina. È una condizione di rischio perché in questo ambiente l'ovulo non ha spazio sufficiente per crescere, e la tuba può scoppiare.
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Il sospetto di una gravidanza extrauterina può sopraggiungere nel momento in cui, a fronte di un test di gravidanza positivo, la donna, che magari ha vissuto già un'esperienza precedente di gravidanza extrauterina o ha avuto un'infezione pregressa, accusa forti dolori addominali, associati o meno a perdite di sangue. Il primo e più importante campanello d'allarme deve essere il dolore. Le perdite ematiche invece, che possono essere presenti o meno, sono abbastanza frequenti all'inizio della gravidanza pertanto non sono sempre un segnale di pericolo.
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La diagnosi può essere molto precoce. Per diagnosticare una gravidanza extrauterina il medico prescrive degli esami del sangue (soprattutto il dosaggio della gonadotropina corionica o betaHCG, l'ormone della gravidanza) ed esegue un'ecografia.
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Per rimuovere l'embrione dalla tuba è necessaria un'operazione urgente e in casi estremi si può arrivare all'asportazione della tuba. Ma quando la diagnosi è sufficientemente precoce e non c'è sanguinamento in atto, può essere presa in considerazione una terapia medica.
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Può capitare a donne di tutte le età. Non esiste una famigliarità o una predisposizione alle gravidanze extrauterine. Infezioni pelviche o interventi chirurgici ginecologici o intestinali sono fattori predisponenti. Chi ha avuto una gravidanza extrauterina ha un rischio lievemente superiore alla norma di incorrere in episodi analoghi in tempi successivi, ma nella maggior parte dei casi questo non succede e le gravidanze successive sono in genere normali.
[Milano, febbraio 2009]