Associazione dei Ginecologi Italiani:
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Scheda pratica

Con la consulenza del Professore Roberto Seclì

  • Da un punto di vista fisiologico non esiste un periodo di tempo trascorso il quale può essere ripresa l'attività sessuale, essendo legata questa alla combinazione di molti fattori, spesso individuali. Tuttavia, cronologicamente, viene individuato circa un mese dal parto per la ripresa dell'attività sessuale. Non è raro tuttavia un maggior lasso di tempo per ritrovare una certa intesa sessuale, una complicità.

  • Il calo del desiderio da parte della donna dopo il parto non deve essere interpretato come un segnale di perduta sintonia di coppia. Si tratta di un passaggio fisiologico, naturale in rapporto ad una quota ormonale molto bassa di estrogeni.

  • La difficoltà della donna a riprendere una regolare attività sessuale dopo il parto può essere interpretato come una sorta di difesa del proprio corpo dopo l'esperienza forte della gravidanza e del parto: il ricordo, ancor vivo, del dolore e dei possibili interventi invasivi subiti è ancora molto vivo e richiede un certo periodo di tempo per poter essere metabolizzato. Ecco il motivo, ma non il solo, che può condurre ad contrazione più o meno volontaria, della muscolatura perineale con successiva difficile penetrazione. La paura del dolore, poi, provoca un ulteriore calo del desiderio sessuale per si realizza un circolo vizioso che conduce facilmente all'astinenza sessuale. Da non sottovalutare infine il rifiuto, in quel momento di una ulteriore gravidanza facilmente associabile all'attività sessuale.

  • Subito dopo il parto la donna appare potenzialmente fragile in quanto si trova ad affrontare problemi ed impegni nuovi, a vivere emozioni fino ad allora sconosciute. I continui mutamenti ormonali subiti la predispongono a momenti depressivi. E' la classica depressione postparto “ fisiologica” che si risolve nel breve giro di tempo conosciuta con il nome di “baby blue”, in coincidenza della grande capacità di adattamento della donna ai nuovi impegni.

  • Solo in quei casi in cui questo malessere non tende a scomparire possiamo parlare di depressione vera e propria ed in genere si riscontra sempre qualcosa che la giustifica come ad esempio la presenza di un ambiente famigliare conflittuale o poco armonico, il riscontro di personalità complesse od estremamente fragili o situazioni patologiche di base.

  • Il supporto famigliare è molto importante per superare tale fase. Fondamentale il ruolo del neo-papà: ripartirsi gli impegni, partecipare attivamente ala cura del neonato/a, dialogare con la moglie di nuovi progetti, speranze e quant'altro. Avere anche il coraggio di chiedere aiuto colloquiando con il proprio ginecologo o/e l'ostetrica di riferimento, riservando il ricorso a farmaci in grado di fornire un valido aiuto solo in casi particolari e su indicazione dello specialista neurofarmacologo.



[Milano, febbraio 2009]

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