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Mortalità materna. Tagli ad aiuti minacciano i fragili progressi per contrastarla. Circa 1 decesso materno ogni due minuti nel 2023. Il report Agenzie Nazioni Unite

11 aprile - Tra il 2000 e il 2023 i decessi materni sono globalmente diminuiti del 40% grazie anche al miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari essenziali. Tuttavia, il ritmo dei progressi è rallentato dal 2016 e circa 260mila donne sono morte nel 2023 per gravi complicazioni dovute a gravidanza o parto. Tedros: “Fondamentale rafforzare i diritti riproduttivi e sanitari di base di donne e ragazze”.

Oggi le donne hanno più che mai probabilità di sopravvivere alla gravidanza e al parto, ma tagli senza precedenti agli aiuti che si stanno verificando in tutto il mondo mettono a grave rischio i progressi ottenuti.

È quanto emerge dal rapporto delle Agenzie della Nazioni Unite, Oms, Unicef, Unfpa, Trends in maternal mortality, pubblicato in occasione della Giornata mondiale della salute.

Nel mondo c’è stato un calo globale del 40% nei decessi materni tra il 2000 e il 2023, in gran parte dovuto al miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari essenziali. Tuttavia, il ritmo dei progressi è rallentato in modo significativo dal 2016 e circa 260mila donne sono morte nel 2023 a causa di complicazioni dovute alla gravidanza o al parto, circa un decesso materno ogni due minuti.

Il rapporto, ricorda l’Oms, arriva mentre i tagli ai finanziamenti umanitari stanno avendo gravi ripercussioni sull’assistenza sanitaria essenziale in molte parti del mondo, costringendo i paesi a ridurre i servizi essenziali per la salute materna, neonatale e infantile. Tagli che hanno portato alla chiusura di strutture e alla perdita di operatori sanitari, interrompendo anche le catene di forniture e medicinali salvavita come i trattamenti per emorragia, preeclampsia e malaria, tutte cause principali di mortalità materna.
E così il mondo è attualmente fuori strada per raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per la sopravvivenza materna. A livello globale, il tasso di mortalità materna dovrebbe scendere di circa il 15% ogni anno per raggiungere l’obiettivo del 2030, aumentando significativamente rispetto agli attuali tassi annuali di declino di circa l’1,5%.
Sono quindi necessari, avvertono le agenzie investimenti urgenti per prevenire le morti materne. In caso contrario le donne incinte in numerosi Paesi dovranno affrontare gravi ripercussioni, in particolare quelle in contesti umanitari dove i decessi materni sono già allarmanti.

“Sebbene questo rapporto mostri barlumi di speranza, i dati evidenziano anche quanto la gravidanza sia ancora pericolosa in gran parte del mondo oggi, nonostante esistano soluzioni per prevenire e curare le complicazioni che causano la stragrande maggioranza delle morti materne - ha affermato il dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità - oltre a garantire l’accesso a cure di maternità di qualità, sarà fondamentale rafforzare i diritti riproduttivi e sanitari di base di donne e ragazze, fattori che sostengono le loro prospettive di risultati sani durante la gravidanza e oltre”.

Il rapporto fornisce anche il primo resoconto globale dell’impatto della pandemia di Covid-19 sulla sopravvivenza materna. Nel 2021, si stima che siano morte 40mila donne in più a causa della gravidanza o del parto, passando da 282mila a 322.000 dell’anno precedente. Questo aumento è stato collegato non solo alle complicazioni dirette causate dal Covid-19, ma anche alle interruzioni diffuse dei servizi di maternità. Un dato che per l’Oms evidenzia l’importanza di garantire una assistenza ad hoc per le donne durante le pandemie e altre emergenze, in quanto le donne incinte hanno bisogno di un accesso affidabile ai servizi e ai controlli di routine, nonché a cure urgenti 24 ore su 24.

“Quando una madre muore durante la gravidanza o il parto, anche la vita del suo bambino è a rischio. Troppo spesso, entrambe le cose vengono perse per cause che sappiamo come prevenire - ha affermato Catherine Russell, Direttore esecutivo dell’Unicef - i tagli ai finanziamenti globali per i servizi sanitari stanno mettendo a rischio più donne incinte, soprattutto nei contesti più fragili, limitando il loro accesso alle cure essenziali durante la gravidanza e il supporto di cui hanno bisogno durante il parto. Il mondo deve investire urgentemente in ostetriche, infermieri e operatori sanitari della comunità per garantire che ogni madre e bambino abbiano la possibilità di sopravvivere e prosperare”.

Il rapporto evidenzia disuguaglianze persistenti tra regioni e paesi, nonché progressi irregolari. Con una mortalità materna in calo di circa il 40% tra il 2000 e il 2023, l’Africa subsahariana ha ottenuto guadagni significativi ed è stata una delle sole tre regioni delle Nazioni Unite insieme ad Australia e Nuova Zelanda e all’Asia centrale e meridionale, a vedere cali significativi dopo il 2015. Tuttavia, confrontandosi con alti tassi di povertà e molteplici conflitti, la regione dell’Africa subsahariana ha comunque rappresentato circa il 70% del peso globale delle morti materne nel 2023.

A indicare un rallentamento dei progressi, la mortalità materna è rimasta stagnante in cinque regioni dopo il 2015: Africa settentrionale e Asia occidentale, Asia orientale e sudorientale, Oceania (escluse Australia e Nuova Zelanda), Europa e Nord America, America Latina e Caraibi.

"L’accesso a servizi di salute materna di qualità è un diritto, non un privilegio, e tutti noi condividiamo l’urgente responsabilità di costruire sistemi sanitari ben finanziati che salvaguardino la vita di ogni donna incinta e neonato - ha affermato la dott. ssa Natalia Kanem, direttrice esecutiva dell’Unfpa - rafforzando le catene di fornitura, la forza lavoro ostetrica e i dati disaggregati necessari per individuare i soggetti più a rischio, possiamo e dobbiamo porre fine alla tragedia delle morti materne prevenibili e al loro enorme tributo sulle famiglie e sulle società".

Le donne incinte che vivono in emergenze umanitarie affrontano alcuni dei rischi più elevati a livello globale, secondo il rapporto. Quasi due terzi delle morti materne globali si verificano ora in paesi colpiti da fragilità o conflitti. Per le donne in questi contesti, i rischi sono sbalorditivi: una ragazza di 15 anni affronta un rischio di 1 su 51 di morire per una causa materna in qualche momento della sua vita rispetto a 1 su 593 nei paesi più stabili. I rischi più elevati si verificano in Ciad e nella Repubblica Centrafricana (1 su 24), seguiti da Nigeria (1 su 25), Somalia (1 su 30) e Afghanistan (1 su 40).

Oltre a garantire servizi essenziali durante la gravidanza, il parto e il periodo postnatale, il rapporto sottolinea l’importanza degli sforzi per migliorare la salute generale delle donne migliorando l’accesso ai servizi di pianificazione familiare, nonché prevenendo condizioni di salute di base come anemie, malaria e malattie non trasmissibili che aumentano i rischi. Sarà inoltre fondamentale, si sottolinea, garantire che le ragazze rimangano a scuola e che donne e ragazze abbiano le conoscenze e le risorse per proteggere la propria salute.

 

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