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Sicurezza pazienti. Il 5,2% ha subito un errore medico durante le cure. Il Report Oms Europa

20 dicembre - Fino a 4 pazienti su 10 subiscono danni in ambito primario e ambulatoriale e almeno il 50% di questi danni è evitabile. Solo 1 paese su 3  dei 53 Stati membri della Regione ha implementato un piano d’azione sulla sicurezza e sulla qualità della cura. Questi i dati del nuovo rapporto che evidenzia i legami tra qualità dell’assistenza sanitaria e aspettativa di vita, probabilità di morte per malattie non trasmissibili e danni evitabili ai pazienti.

Circa 1 paziente su 10 nella regione europea dell’Oms ha subito un danno quando ha ricevuto assistenza sanitaria e fino a 4 pazienti su 10 subiscono danni in ambito primario e ambulatoriale e almeno il 50% di questi danni è evitabile.

E ancora, solo 1 Paese su tre dei 53 Stati membri della Regione ha attuato un piano d’azione nazionale sulla qualità dell’assistenza e/o sulla sicurezza dei pazienti (indicatore chiave della capacità di un Paese di fornire una buona qualità di assistenza) con gravi implicazioni per l’aspettativa di vita, i danni ai pazienti e la probabilità di morte dovuta alle malattie non trasmissibili.
Va meglio invece sul fronte della lotta all’antibiotico resistenza: circa l’80% dei Paesi ha attuato un piano ad hoc.

È quanto emerge dal nuovo rapporto dell’Oms Europa “Taking the pulse of quality of care and patient safety in the WHO European Region”, che evidenzia i legami tra qualità dell’assistenza sanitaria e aspettativa di vita, probabilità di morte per malattie non trasmissibili (Mnt) e danni evitabili ai pazienti.

È la prima volta in assoluto che l’Oms Europa conduce una valutazione a livello regionale della qualità dell’assistenza sanitaria e della sicurezza dei pazienti degli Stati membri.

Gli indicatori relativi alla sicurezza dei pazienti, si legge nel Rapporto, suggeriscono la necessità di un miglioramento, con un numero elevato di errori medici segnalati dai pazienti. Sono stati infatti rilevati esiti sfavorevoli per i tassi di infezione della ferita chirurgica (che vanno dallo 0,1% al 9,5%), i tassi di embolia polmonare post-operatoria dopo la sostituzione dell’anca e del ginocchio (valore mediano di 260,5 casi per 100mila abitanti) e i tassi di embolia ostetrica.

Si osserva inoltre una scarsa qualità dell’assistenza, la mancanza di una cultura della sicurezza del paziente e forse errori medici di fondo: i dati hanno mostrato anche un numero rilevante di errori medici segnalati dai pazienti nei vari Paesi con un valore mediano del 5,2%.

I risultati del Rapporto evidenziano quindi “l’importante legame tra la qualità dell’assistenza sanitaria da un lato e l’aspettativa di vita, la probabilità di morte per malattie non trasmissibili e i danni complessivi per i pazienti dall’altro”. E suggeriscono che se venissero messi in pratica piani d’azione nazionali per migliore la sicurezza dei pazienti ricoverati in ospedale e la qualità delle cure offerte “l’aspettativa di vita sana alla nascita aumenterebbe di 0,57 anni, mentre la probabilità di morire per determinate malattie non trasmissibili diminuirebbe dell’1,34%”.

Le stime mostrano inoltre che la differenza nell’aspettativa di vita in buona salute a causa delle Mnt tra i Paesi con i migliori e i peggiori risultati può raggiungere gli 11 anni.

Dal Rapporto emerge anche che solo il 13% dei Paesi della Regione (circa 1 su 10) dispone di un meccanismo di rappresentanza dei pazienti/pubblici nella governance sanitaria nazionale. 

Il nuovo rapporto comprende anche una serie di raccomandazioni per aiutare i Paesi della Regione europea dell’Oms a migliorare gli standard di qualità dell’assistenza e di sicurezza dei pazienti, con il risultato finale di migliorare i risultati sanitari e aumentare l’aspettativa di vita.

In particolare, si suggerisce di:
- investire meglio e più concretamente nello sviluppo di piani d’azione e politiche nazionali per la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti, poiché è stato dimostrato che la loro presenza ha un effetto significativo sulla salute della popolazione;
- garantire la rappresentanza dei pazienti e del pubblico nella governance sanitaria nazionale; e
- ridisegnare i modelli di assistenza in base alle esigenze e alle preferenze dei pazienti.

Poiché i dati mostrano variazioni sostanziali nella spesa pubblica per la salute come percentuale della spesa pubblica totale (dal 4,6% al 22,4%), l’Oms chiede di investire meglio in un solido bilancio pubblico per la qualità dell’assistenza, al fine di incentivare la fornitura di servizi sanitari di valore.

“Sebbene il legame tra la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti, da un lato, e i risultati in termini di salute e benessere, dall’altro, possa sembrare ovvio, è importante che il nostro rapporto abbia dimostrato questo legame con dati ed evidenze solide che i governi e i responsabili politici possono e devono utilizzare per apportare i cambiamenti di cui c’è urgente bisogno – ha dichiarato il dottor João Breda, responsabile dell’Ufficio dell’Oms per la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti – rafforzare la qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti non solo ridurrà la morbilità e salverà vite umane, ma contribuirà anche a ripristinare e rafforzare la fiducia del pubblico nelle autorità sanitarie e nei sistemi sanitari, fiducia che è essenziale se vogliamo realizzare la visione finale dell’Oms di una salute per tutti”.

L’Italia del Report

Il Rapporto include anche profili dettagliati sullo stato della qualità delle cure e della sicurezza dei pazienti per ciascuno dei 53 Paesi della Regione europea dell’Oms.

Questa la posizione dell’Italia:

Confronto intraregionale dell'utilizzo degli indicatori di qualità dell'assistenza, per dimensione, nell'ambito dell'Oms Regione europea

Indicatori di qualità dell'assistenza

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