Screening. Buona partecipazione per mammella e cervice ma non al sud, bassa copertura nazionale per il colonrettale. I dati dell'ISS
6 settembre - “Nelle in Regioni in cui lo screening raggiunge una buona parte della popolazione target il sistema è anche in grado si prendersi carico dei casi di tumore. I dati potranno essere molto utili per elaborare strategie che riescano a mitigare le disparità regionali” ha detto il presidente dell’Iss Rocco Bellantone.
In Italia il 73% delle donne fra i 50 e i 69 anni di età e il 78% di quelle fra i 25 e i 64 anni si sottopone rispettivamente allo screening mammografico e allo screening cervicale (Pap test o HPV test) a scopo preventivo, all’interno di programmi organizzati o per iniziativa personale, mentre la copertura nazionale dello screening colorettale in Italia resta ancora piuttosto bassa: nel biennio 2022-2023 il 46% degli intervistati nella fascia di età 50-69 anni riferisce di aver eseguito uno degli esami per la diagnosi precoce dei tumori colorettali a scopo preventivo.
È quanto emerge dai dati della sorveglianza Passi del Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e la Promozione della Salute (CNaPPS) dell’Iss, appena pubblicati.
“Un nostro rapporto recente, basato proprio sulle rilevazioni della sorveglianza Passi, ha dimostrato che in Regioni in cui lo screening raggiunge una buona parte della popolazione target il sistema è anche in grado si prendersi carico dei casi di tumore - sottolinea il presidente dell’Iss Rocco Bellantone -. Sono sicuro che questi dati potranno essere molto utili per elaborare strategie che riescano a mitigare le disparità regionali nell’accesso all’assistenza sanitaria, di gran lunga il problema principale della sanità nel nostro paese”.
Ecco i dati principali emersi:
- La quota di donne che si sottopone allo screening cervicale è maggiore fra le più istruite o con maggiori risorse economiche, fra le cittadine italiane rispetto alle straniere e fra le coniugate o conviventi. La copertura dello screening cervicale disegna un netto gradiente geografico Nord-Sud che divide l’Italia in due, con coperture mediamente pari all’83% nelle Regioni del Nord e Centro Italia (89% nella P.A. di Bolzano) e 69% nelle Regioni del Sud (con coperture minime per la Calabria, 58%).
- La quota di donne che si sottopone allo screening mammografico è maggiore fra quelle più istruite o con maggiori risorse economiche, fra le donne di cittadinanza italiana rispetto alle straniere e fra le donne coniugate o conviventi. La copertura dello screening mammografico disegna un chiaro gradiente Nord-Sud con una copertura totale dell’83% al Nord, 78% al Centro e solo del 61% nelle Regioni meridionali. Il Friuli-Venezia Giulia (89%) è la Regione con la copertura maggiore, la Calabria (45%) quella con le coperture totali più basse. Negli anni il gap geografico si è ridotto e la quota di donne che si sottopone a mammografia a scopo preventivo è aumentata, grazie soprattutto all’aumento dell’offerta/adesione ai programmi organizzati avvenuta ovunque nel Paese.
- Per quanto riguarda lo screening colorettale vi è una forte variabilità da Nord a Sud a sfavore delle Regioni meridionali dove la quota di persone che si sottopone allo screening non raggiunge il 28%, nel biennio 2022-2023, valore che quasi raddoppia nelle Regioni centrali fino a raggiungere il 67% fra i residenti nel Nord Italia. La gran parte delle persone che ha effettuato lo screening colorettale lo ha fatto nell’ambito di programmi organizzati dalle ASL (38%), mentre quello eseguito su base spontanea (ossia al di fuori dell’offerta delle ASL) è poco frequente (quasi 8%).