Salute della donna. Schillaci: “Al lavoro per omogeneità percorso nascita e accesso a Pma, alla luce della progressiva denatalità. In sanità serve parità di genere”
7 marzo - Per il ministro “un aiuto per promuovere di più il diritto universale alla salute, può arrivare dall’evoluzione tecnologica. “È una grande potenzialità da governare e sfruttare in modo corretto con l’obiettivo di perseguire il binomio innovazione/appropriatezza. Ed è dunque cruciale che l’applicazione delle nuove tecnologie in campo medico tenga conto anche delle specificità di ciascuna persona”.
“Assumere e consolidare una prospettiva di genere in sanità è indispensabile soprattutto per contrastare le disuguaglianze e garantire maggiore equità e appropriatezza nella prevenzione, nella diagnosi, nella cura, nella riabilitazione. Eppure, a oggi, la numerosità delle donne negli studi clinici come sapete spesso è limitata”.
Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo ad un convegno organizzato da Farmindustria.
Un aiuto per promuovere di più il diritto universale alla salute, può arrivare dall’evoluzione tecnologica. “È una grande potenzialità da governare e sfruttare in modo corretto con l’obiettivo di perseguire il binomio innovazione/appropriatezza. Ed è dunque cruciale che l’applicazione delle nuove tecnologie in campo medico tenga conto anche delle specificità di ciascuna persona” ha aggiunto.
Per il ministro, è inoltre importante “investire in percorsi clinico-assistenziali nei confronti di patologie invalidanti che colpiscono elettivamente le donne, penso in primis all’endometriosi – prosegue – con questa consapevolezza stiamo lavorando per garantire l’accesso a servizi adeguati alle problematiche specifiche della salute femminile così come per tutelare la salute riproduttiva, promuovendo gli stili di vita sani, una maggiore omogeneità territoriale nel percorso nascita e nell’accesso alle tecniche di Pma. Questo anche alla luce della progressiva denatalità, una sfida complessa che stiamo affrontando agendo su più fronti e che vede impegnato tutto il Governo”.
In tema di ricerca scientifica e innovazione alla base delle politiche per la diffusione e applicazione della medicina di genere, il Ministro ha poi ricordato che “un contributo significativo è quello apportato dal Gruppo di lavoro Medicina di genere avviato dal Ministero con la partecipazione della rete degli Irccs per la promozione dell’applicazione di tecnologie innovative in ambito sanitario e biomedico, compresa l’attenzione all’ottica di genere. Anche il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 – ha concluso – evidenzia la necessità di questo indispensabile cambio culturale e di prospettiva per aumentare l’appropriatezza di interventi e prestazioni”.