Mutilazioni genitali femminili. Molteplici complicazioni a lungo termine per la salute. Il nuovo studio dell’Oms
18 aprile - Le donne con MGF hanno una probabilità significativamente maggiore di sperimentare un’ampia gamma di complicazioni durante il parto e più del doppio del rischio di dover affrontare un travaglio prolungato o ostruito o di subire emorragie. Inoltre hanno una probabilità significativamente maggiore di dover ricorrere a tagli cesarei d’urgenza o al parto con forcipe.
Le mutilazioni genitali femminili (MGF) colpiscono quasi tutti gli aspetti della salute di donne e ragazze e le complicazioni per la salute legate alla pratica possono essere gravi e permanenti, causando rischi sia per la salute mentale che fisica.
È quanto emerge da un nuovo studio pubblicato BMC Public Health. dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) in collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per la Riproduzione Umana (Hrp). Lo studio analizza le prove provenienti da oltre 75 studi condotti in circa 30 Paesi per tracciare un quadro completo sulla modalità con cui le mutilazioni genitali femminili (MGF) incidono sulla salute delle sopravvissute nelle diverse fasi della vita.
Dimostra che le donne con MGF hanno una probabilità significativamente maggiore di sperimentare un’ampia gamma di complicazioni durante il parto rispetto a quelle senza, ad esempio. Hanno più del doppio del rischio di dover affrontare un travaglio prolungato o ostruito o di subire emorragie, e hanno una probabilità significativamente maggiore di dover ricorrere a tagli cesarei d’urgenza o al parto con forcipe. Inoltre, le donne sottoposte a mutilazione genitale femminile hanno un rischio quasi tre volte maggiore di soffrire di depressione o ansia e una probabilità 4,4 volte maggiore di soffrire di disturbo da stress post-traumatico.
E ancora, i rischi immediati delle MGF possono essere letali e includono infezioni gravi, forti perdite di sangue, dolore estremo e traumi emotivi. Le conseguenze a lungo termine per le sopravvissute includono anche difficoltà mestruali, complicazioni urologiche, tra cui infezioni del tratto urinario e difficoltà a urinare, e rapporti sessuali dolorosi.
Oltre ai vari rischi ostetrici per le donne, lo studio sottolinea che le mutilazioni genitali femminili (MGF) possono avere ripercussioni anche sui bambini durante o dopo il parto. I bambini nati da donne che hanno subito mutilazioni genitali femminili (MGF) hanno maggiori probabilità di sviluppare complicazioni alla nascita, come sofferenza fetale o asfissia, con conseguenti minori tassi di sopravvivenza neonatale.
“Questo studio dipinge un quadro devastante delle molteplici implicazioni per la salute delle mutilazioni genitali femminili, che abbracciano la salute mentale e fisica e compromettono il benessere emotivo – ha affermato la Dott.ssa Pascale Allotey, Direttrice della Salute Sessuale e Riproduttiva e della Ricerca presso l’Oms e responsabile dell’Hrp – È fondamentale garantire un’assistenza sanitaria tempestiva e di alta qualità alle sopravvissute, coinvolgere le comunità nella prevenzione e garantire che le famiglie siano consapevoli degli effetti dannosi delle MGF, oltre a un serio impegno politico per porre fine alla pratica e istruire ed emancipare donne e ragazze”.
Le MGF sono attualmente diffuse in circa 30 paesi tra Africa e Asia e sono una pratica dannosa che comporta l’asportazione parziale o totale dei genitali femminili esterni, o altre lesioni agli organi genitali femminili come tagli o ustioni. Si tratta di una forma estrema di discriminazione di genere e di una palese violazione dei diritti umani di donne e ragazze. Si stima che circa 230 milioni di donne e ragazze in vita oggi abbiano subito mutilazioni genitali femminili (MGF). Sebbene i dati dimostrino che la percentuale complessiva di coloro che subiscono MGF sia in calo, i numeri assoluti potrebbero aumentare, data la crescente popolazione giovanile nei paesi in cui viene praticata. L’abbandono delle MGF è difficile, dato che è motivato da convinzioni e norme culturali radicate.
È inoltre preoccupante il fatto che le prove dimostrino che un numero sempre maggiore di casi di MGF viene ora praticato da operatori sanitari – la cosiddetta medicalizzazione – in parte a causa dell’errata percezione che il loro coinvolgimento renda l’operazione più sicura e riduca i rischi. In realtà, alcuni studi hanno dimostrato che i danni a lungo termine derivanti da MGF “medicalizzate” potrebbero essere maggiori, poiché possono provocare tagli più profondi e gravi.
Riconoscendo gli effetti devastanti delle mutilazioni genitali femminili sulla salute, l’Oms sostiene gli sforzi per rafforzare le iniziative di prevenzione nel settore sanitario, coinvolgendo gli operatori sanitari nell’educazione delle comunità e dei familiari e fornendo al contempo indicazioni cliniche su cure efficaci per le sopravvissute.
Comprendere la gamma di complicazioni che le MGF possono causare, dai rischi acuti all’impatto sulla salute ostetrica e neonatale, ginecologica, urologica, sessuale e mentale, è fondamentale per garantire che le sopravvissute ricevano cure e supporto adeguati. Sulla base di queste evidenze, l’Oms pubblicherà a breve nuove linee guida che copriranno sia la prevenzione delle MGF sia l’assistenza clinica per le donne e le ragazze colpite.