La ricetta dei sistemi sanitari di successo. Ecco i migliori e i peggiori secondo l’Ocse. Luci e ombre sul Ssn italiano
28 marzo - Paesi Bassi, Svizzera, Germania, Israele e Repubblica Slovacca, che hanno mostrato le migliori performance, sono caratterizzati da una combinazione di incentivi finanziari mirati a migliorare la qualità delle cure, forti meccanismi di gatekeeping e un’efficace integrazione dei servizi sanitari primari. Male Estonia, Lettonia e Lituania. Dall’Italia dati contrastanti: promossa per continuità delle cure, protezione economica dei pazienti; ma c’è ancora molto da fare in digitalizzazione e incentivi economici per il personale. LO STUDIO
Un’analisi dettagliata dei sistemi sanitari dei Paesi Ocse ha evidenziato significative differenze in termini di efficienza, qualità delle cure ed esiti per la salute. Lo studio, che si basa su dati aggiornati al 2023, ha identificato quali sono le migliori buone pratiche che possono essere adottate per migliorare l’efficienza e la qualità delle cure.
I migliori sistemi sanitari
I Paesi che hanno mostrato le migliori performance sono caratterizzati da una combinazione di incentivi finanziari mirati a migliorare la qualità delle cure, forti meccanismi di gatekeeping (gestione dell’accesso ai servizi specialistici attraverso i medici di base) e un’efficace integrazione dei servizi sanitari primari. Tra questi, in particolare, spiccano:
- Paesi Bassi
- Svizzera
- Germania
- Israele
- Repubblica Slovacca
Questi Paesi si distinguono per l’adozione di modelli misti che combinano assicurazioni sanitarie e sistemi di gestione decentralizzata, favorendo così una maggiore efficienza.
I peggiori sistemi sanitari
All’estremo opposto, i Paesi con le performance meno soddisfacenti sono caratterizzati da una bassa regolamentazione del settore sanitario, minori incentivi per migliorare la qualità delle cure e una maggiore frammentazione dei servizi. Tra i meno efficienti si collocano:
- Estonia
- Lettonia
- Lituania
Questi Paesi registrano un’efficienza significativamente inferiore rispetto alla media Ocse, soprattutto in termini di mortalità evitabile e utilizzo efficace delle risorse.
L’analisi ha messo in evidenza come alcuni fattori influenzino direttamente le performance dei sistemi sanitari. Tra questi:
- Livello di spesa sanitaria: i Paesi con spesa sanitaria elevata tendono a ottenere risultati migliori, ma non sempre questa correlazione è diretta. Alcuni Stati, come la Turchia, hanno mostrato una sorprendente efficienza nonostante una spesa relativamente contenuta.
- Gestione del personale medico: i sistemi che adottano incentivi finanziari per i medici di base e promuovono la continuità delle cure ottengono risultati migliori.
- Integrazione dei servizi: i sistemi che favoriscono la collaborazione tra medici di base, specialisti e strutture ospedaliere risultano più efficienti.
E l’Italia? Per il nostro Paese emergono risultati contrastanti nel panorama dei sistemi sanitari Ocse che mostrano, tra luci ed ombre, punti di forza e criticità dai dati riportati nello studio.
Tra i punti di forza del sistema sanitario italiano vengono elencati:
- Alto livello di continuità delle cure: il sistema sanitario italiano garantisce che la maggior parte della popolazione abbia un medico di riferimento per le cure abituali, offrendo così una buona continuità assistenziale.
- Regolamentazione del personale medico: l’Italia adotta una regolamentazione parziale del personale medico ospedaliero, garantendo una struttura organizzativa che bilancia flessibilità e controllo.
- Buona protezione finanziaria per gli utenti: Il sistema italiano offre una discreta protezione economica ai cittadini rispetto ai costi sanitari, mantenendo relativamente basso il ricorso a spese dirette da parte delle famiglie.
Di contro, queste le maggiori criticità del sistema sanitario italiano:
- Limitato utilizzo delle cartelle cliniche elettroniche: l’Italia ha ottenuto un punteggio modesto in termini di digitalizzazione, con un utilizzo delle cartelle cliniche elettroniche inferiore rispetto alla media Ocse.
- Incentivi finanziari limitati per migliorare la qualità delle cure: il sistema sanitario italiano non presenta forti incentivi economici per i medici di base volti a migliorare la qualità dell’assistenza, il che potrebbe ostacolare l’adozione di pratiche innovative e di alto standard.
- Spesa sanitaria non sempre proporzionata ai risultati: nonostante la spesa sanitaria sia moderatamente alta, i risultati in termini di mortalità evitabile e aspettativa di vita non sempre riflettono un’efficienza ottimale.
Il sistema sanitario italiano presenta dunque elementi solidi in termini di accesso alle cure e continuità assistenziale, ma deve migliorare l’efficienza gestionale e l’adozione di tecnologie digitali per competere con i Paesi leader in ambito sanitario. Gli investimenti mirati e le riforme nei settori della digitalizzazione e degli incentivi alla qualità delle cure potrebbero colmare questo divario, rendendo il sistema sanitario italiano più competitivo a livello internazionale.