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Mpox. Dall’Oms un nuovo quadro strategico per migliorarne la prevenzione e il controllo

31 maggio - Si sollecitano sforzi di integrazione di tutti i programmi sanitari, compresa la sorveglianza epidemiologica delle malattie; servizi per la salute sessuale, comunicazione del rischio e coinvolgimento della comunità; così come l’assistenza sanitaria di base, l’immunizzazione e altri servizi clinici.

Una tabella di marcia per le autorità sanitarie, le comunità e le parti interessate in tutto il mondo per controllare le epidemie di mpox in ogni contesto, far progredire la ricerca sull’mpox e l’accesso alle contromisure e ridurre al minimo la trasmissione zoonotica.

È quanto contenuto nel nuovo strategic framework per migliorare la prevenzione e il controllo dell’mpox (2024-2027) pubblicato dall’OMs. Un quadro strategico che guiderà le autorità sanitarie, le comunità e le altre parti interessate nella prevenzione e nel controllo delle epidemie di mpox, eliminando la trasmissione da uomo a uomo della malattia e riducendo lo spillover del virus dagli animali all’uomo.

L’obiettivo generale è raggiungere e sostenere l’eliminazione della trasmissione da uomo a uomo del mpox. Sollecita quindi gli sforzi di integrazione di tutti i programmi sanitari, compresa la sorveglianza epidemiologica delle malattie; i servizi per la salute sessuale, la comunicazione del rischio e il coinvolgimento della comunità; così come l’assistenza sanitaria di base, l’immunizzazione e altri servizi clinici. Il coordinamento tra tutti i partner, sotolinea l’Oms, rimane essenziale per garantire una risposta continua e solida per mpox.

L’Mpox, malattia virale causata dal virus del vaiolo delle scimmie (Mpxv), continua infatti a colpire persone in tutto il mondo. Può causare un’eruzione cutanea dolorosa, linfonodi ingrossati e febbre. La maggior parte delle persone guarisce completamente, ma alcuni si ammalano gravemente.

Il virus si trasmette da persona a persona attraverso contatti ravvicinati, anche sessuali. Ha anche serbatoi di animali nell’Africa orientale, centrale e occidentale, dove occasionalmente possono verificarsi ricadute dagli animali all’uomo, scatenando ulteriori focolai.

Esistono due diversi cladi del virus: il clade I e il clade II. Le epidemie del clade I sono più letali di quelle del clade II. Nel 2017 è iniziata un’importante comparsa di mpox legato al clade II e dal 2022 si è diffusa in tutte le regioni del mondo. Tra luglio 2022 e maggio 2023, l’epidemia è stata dichiarata emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. Sebbene l’epidemia si sia in gran parte attenuata, i casi e i decessi continuano a essere segnalati oggi, a dimostrazione del fatto che la trasmissione di basso livello continua in tutto il mondo.

Attualmente, c’è anche un importante focolaio di virus del clade I nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), dove i casi sono in aumento da decenni. Dall’inizio dell’anno, nella RDC sono stati segnalati oltre 6.500 casi e 345 decessi. Quasi la metà di questi sono tra i bambini di età inferiore ai 15 anni.

 

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