Medici e infermieri “a gettone” in crescita: nel 2024 spesi 457 milioni di euro. Il rapporto Anac
28 febbraio - Per quanto riguarda i “medici a gettone”, la spesa previsionale complessiva nel 2024 è stata pari a 42,3 milioni di euro, con un incremento del 20,1% rispetto al 2023. Anche la spesa effettiva, pari a 42,3 milioni di euro, ha registrato un incremento nel 2024 rispetto al 2023 del 7,3%. Per gli “infermieri a gettone” si rileva un consistente aumento nella spesa previsionale del 48,7% per un valore di 5,8 milioni; la spesa effettiva si colloca su un valore di 8,7 milioni, registrando però un decremento rispetto all’anno precedente.
Dal 2019 al 2024 ammonta a due miliardi e 141 milioni di euro la spesa previsionale deliberata in Italia per medici e infermieri “a gettone”. Era pari a 1 miliardo e 827 milioni a fine 2023, con un incremento previsionale di 314 milioni nel 2024. Se guardiamo alla spesa effettiva messa a bilancio dalle varie Asl, nel solo 2024 la spesa per i “gettonisti” nella sanità italiana è stata pari a 457,5 milioni messi a bilancio. Nonostante la fine della pandemia (dichiarazione ufficiale della Organizzazione Mondiale della Sanità del 5 maggio 2023) e il decreto legge 30 marzo 2023, N.34 (uso dei “gettonisti” solo come estrema ratio), il fenomeno si conferma quindi in crescita.
È quanto emerge dal Rapporto Anac sulla “domanda del Servizio sanitario nazionale di servizi di fornitura di personale medico e infermieristico, i cosiddetti gettonisti”.
Per quanto riguarda i “medici a gettone”, la spesa previsionale complessiva nel 2024 è stata pari a 42,3 milioni di euro, con un incremento del 20,1% rispetto al 2023. Anche la spesa effettiva, pari a 42,3 milioni di euro, ha registrato un incremento nel 2024 rispetto al 2023 del 7,3%. Per gli “infermieri a gettone” si rileva un consistente aumento nella spesa previsionale del 48,7% per un valore di 5,8 milioni; la spesa effettiva si colloca su un valore di 8,7 milioni, registrando però un decremento rispetto all’anno precedente.
Tabella spesa 2019 - 2024 - Fonte: ANAC su dati BDNCP
La ripartizione per regioni dei “gettonisti” nel 2024 vede il Piemonte fare la parte del leone, con un quarto dei medici e infermieri gettonisti di tutt’Italia; seguito dalla Lombardia con 105 milioni e il 22,95% del totale, seguita a ruota da Toscana e Sardegna. Se guardiamo ai soli medici gettonisti nel 2024, Veneto e Sicilia dominano la classifica. Quella degli infermieri “a gettone” vede invece in testa la Lombardia, seguita da Abruzzo e Piemonte.
Tabella – Servizio di fornitura di personale, di personale medico e di personale infermieristico. Contratti + Adesioni ad AQ/Convenzioni per Regione nell’anno 2024. Importo complessivo in valori assoluti in euro e percentuali - Fonte: ANAC su dati BDNCP
Tabella – Servizio di fornitura di personale, di personale medico e di personale infermieristico. Contratti + Adesioni ad AQ/Convenzioni per Regione nell’anno 2024. Importo in valori assoluti e percentuali.
Per quanto riguarda le procedure di scelta del contraente, anche nel 2024 si conferma la procedura negoziata senza previa pubblicazione per l’approvvigionamento degli infermieri a gettone. Del tutto marginale è invece il ricorso alla procedura aperta. Per i “medici a gettone” la procedura negoziata per affidamenti sottosoglia comunitaria e affidamento diretto costituisce la modalità prevalente di scelta.
“Come Anac siamo intervenuti, fra i primi, anche di fronte al Parlamento e al governo, a segnalare il fenomeno dei cosiddetti medici a gettone, la crescente esternalizzazione del personale sanitario, caratterizzata da contratti particolarmente onerosi per le amministrazioni, in cambio di servizi non adeguati, spesso con rischi per la salute dei pazienti”, afferma il Presidente di Anac, Giuseppe Busia. “Si tratta di un progressivo impoverimento degli organici, perché medici ed infermieri in più casi preferivano lasciare il proprio impiego, attratti dalle più elevate remunerazioni riconosciute per le prestazioni di carattere interinale. Tutto questo, dando vita ad un circolo vizioso, a causa di una irragionevole concorrenza fra le diverse Asl, come emerge dalla nostra indagine conoscitiva. Ospedali e Asl pubbliche dispongono di eccellenti risorse professionali che, tuttavia, in molti casi non sono adeguatamente valorizzate e, anzi, sono spesso spinte verso altri approdi, privando le amministrazioni del loro patrimonio più prezioso”.