Malattia neuroinvasiva da virus Toscana. Iss: “607 tra il 2016 e il 2023, quasi la metà nel 2022-2023”
24 gennaio - Trend in crescita dell’arbovirus trasmesso dai flebotomi (pappataci) che nelle forme più gravi può causare malattie neuro-invasive, legato “almeno in parte ai fenomeni estremi, come i periodi con temperature molto alte o poche piogge”. Su 372 casi di infezione neuro-invasiva in cui sono noti i dettagli clinici il 17,8% presentava meningo-encefalite, il 32,5% encefalite, il 48,1% meningite, l’1,1% polineuropatia e lo 0,5% meningite e polineuropatia. Questi i risultati di uno studio coordinato dall’Iss e pubblicato sulla rivista Eurosurveillance. I DATI
In Italia negli ultimi anni c’è stato un forte aumento dei casi di virus Toscana (TOSV), un arbovirus trasmesso dai flebotomi (pappataci) che nelle forme più gravi può causare malattie neuro-invasive, “legato almeno in parte ai fenomeni estremi, come i periodi con temperature molto alte o con poche piogge”. A dirlo è uno studio coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e pubblicato sulla rivista Eurosurveillance.
Nella ricerca sono stati analizzati i casi di infezione riportati al sistema di sorveglianza tra il 2016 e il 2023, per un totale di 607 casi di malattia neuroinvasiva da TOSV. Nello stesso periodo si sono verificati anche due decessi riconducibili all’infezione. Quasi la metà, 276, è stata notificata nel biennio 2022-2023, con un tasso di incidenza molto più alto per questo periodo rispetto a quello precedente. Per quanto riguarda la stagionalità del virus, i casi si verificano di solito da maggio a novembre con un picco nel mese di agosto. Dei 607 casi, circa il 70% si è verificato in maschi. Tra il 2020 e il 2023, anni in cui sono disponibili i dettagli clinici, dei 372 casi di infezione neuro-invasiva il 17,8% presentava meningo-encefalite, il 32,5% encefalite, il 48,1% meningite, l’1,1% polineuropatia e lo 0,5% meningite e polineuropatia.
Stagioni caratterizzate da condizioni climatiche estreme/anomale, sottolineano gli autori, sono associate alla frequenza con cui si presenta la malattia. Le stagioni con il maggior numero di casi (2018, 2022, 2023) sono state caratterizzate da forti anomalie nelle temperature, con il 2018 che ha visto temperature superiori alla media in primavera ed estate, soprattutto nelle regioni del nord, e il 2022 che è risultato l’anno più caldo dal 1961.
“I vettori principali per il Toscana virus – si legge nell’articolo – richiedono condizioni caldo/umide elevate favorevoli allo sviluppo e alla sopravvivenza, e considerando la loro natura è verosimile che gli andamenti delle temperature nel 2018 e nel biennio 2022-2023 possano aver favorito una attività vettoriale precoce, intensificata e prolungata nel tempo e nell’estensione geografica, portando ad elevati livelli di trasmissione”. Anche anomalie nelle precipitazioni potrebbero aver influito sull’epidemiologia, considerando che l’incidenza osservata ha avuto un picco nel 2022, che è stato registrato come l’anno più secco in Italia dal 1961”.