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Long Covid. Il 70% dei giovani colpiti si riprende entro due anni, ma il 30% no

6 dicembre – È quanto emerge dal nuovo studio condotto dai ricercatori dell’University College London. Il più grande studio longitudinale al mondo sul Long Covid nei bambini e negli adolescenti. Il Long Covid nei giovani viene diagnosticato in presenza di più sintomi (come stanchezza, difficoltà a dormire, fiato corto o mal di testa) associati a problemi di mobilità, autonomia, attività quotidiane, dolore o disagio, oppure uno stato di preoccupazione o tristezza persistente.

Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’University College London (UCL) rivela che la maggior parte dei giovani che presentavano sintomi di Long Covid tre mesi dopo un test PCR positivo si è ripresa nel giro di 24 mesi. Tuttavia, circa il 30% continua a convivere con i sintomi.

Lo studio, chiamato Children and young people with Long Covid (CLoCK), è stato pubblicato su Nature Communications Medicine e finanziato dal National Institute for Health and Care Research (NIHR). Con oltre 12mila partecipanti, rappresenta il più grande studio longitudinale al mondo sul Long Covid nei bambini e negli adolescenti.

Il team, guidato dai professori Sir Terence Stephenson e Roz Shafran dell’UCL Great Ormond Street Institute of Child Health, ha seguito giovani tra gli 11 e i 17 anni che avevano effettuato un test PCR tra settembre 2020 e marzo 2021. I partecipanti hanno risposto a questionari sul proprio stato di salute a tre, sei, dodici e ventiquattro mesi dal test iniziale.

Per identificare i casi di Long Covid, i ricercatori hanno utilizzato una definizione concordata nel 2022: il Long Covid nei giovani viene diagnosticato in presenza di più sintomi (come stanchezza, difficoltà a dormire, fiato corto o mal di testa) associati a problemi di mobilità, autonomia, attività quotidiane, dolore o disagio, oppure uno stato di preoccupazione o tristezza persistente.

Dai 12.632 giovani coinvolti nello studio, 943 avevano inizialmente ottenuto un test PCR positivo e hanno risposto a tutti i questionari successivi. Tra questi: 233 giovani (24,7%) soddisfacevano la definizione di Long Covid a tre mesi; 135 (14,3%) continuavano a soddisfare la definizione a sei mesi; 94 (10%) ancora a dodici mesi; 68 (7,2%) a ventiquattro mesi. Ciò significa che, dopo due anni dall’infezione, il 70% dei giovani con Long Covid iniziale si era ripreso, ma il 30% manifestava ancora sintomi persistenti. Lo studio ha rilevato che alcuni gruppi erano meno propensi alla guarigione completa: gli adolescenti più grandi; i giovani appartenenti alle fasce socioeconomiche più svantaggiate; le ragazze, che avevano quasi il doppio delle probabilità rispetto ai ragazzi di soddisfare la definizione di Long Covid dopo 24 mesi. I ricercatori hanno sottolineato che sintomi come stanchezza e mal di testa potrebbero essere correlati alla sindrome premestruale, dato l’elevato numero di ragazze nello studio.

Secondo il professor Terence Stephenson, questi risultati offrono speranza, ma evidenziano la necessità di ulteriori ricerche per comprendere le cause del mancato recupero in alcuni giovani. Tra i limiti dello studio: possibili distorsioni dovute al ricordo dei sintomi iniziali; mancanza di interviste mediche in presenza, utili per sintomi complessi come il fiato corto; il campione si basa su risposte volontarie, che potrebbero non rappresentare l’intera popolazione. Inoltre, i test PCR originali sono stati effettuati prima dell’emergere delle varianti Delta e Omicron, quindi i risultati potrebbero non essere applicabili agli effetti a lungo termine di queste varianti.

Lo studio CLoCK è stato realizzato in collaborazione con numerosi enti, tra cui il Great Ormond Street Hospital, Imperial College London, King’s College London e altre università britanniche. I ricercatori sottolineano l’importanza di una collaborazione tra esperti sanitari, epidemiologi, statistici e pazienti per prepararsi meglio a future pandemie. I dati raccolti sono ora pubblicamente disponibili per altri ricercatori, nella speranza di approfondire le conoscenze sui meccanismi e sui trattamenti per il Long Covid nei giovani.

 

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