Mortalità in calo in Italia (-40mila nel 2021) ma ancora più alta rispetto ai livelli pre-pandemia; cresce il gap tra sessi. I dati Istat
7 giungo - Il report dell’Istat conta nel 2021, in Italia, 706.969 decessi, quasi 40mila in meno rispetto al 2020, ma +110mila se si considera la media del 2018 e 2019. Eccesso associato principalmente al Covid-19. Nel 2021, infatti, si riduce la mortalità per le principali cause., mentre aumentano incidenti, suicidi e cadute mortali tra gli anziani. Per gli uomini livelli di mortalità 1,51 volte maggiori delle donne. Italia tra i paesi a bassa mortalità nel contesto Ue27. IL REPORT
Mortalità in calo nel 2021, ma ancora più elevata rispetto ai livelli pre-pandemia.
A rilevarlo è il rapporto Istat che per il 2021 conta 706.969 decessi (di cui 63.915 per Covid-19, ovvero rispettivamente 119,2 e 10,8 decessi ogni 10mila abitanti, tassi grezzi), quasi 40mila in meno rispetto al 2020, ma circa 110mila in più se si considera la media degli anni 2018 e 2019. “L’eccesso nei confronti del 2018-2019 è spiegato principalmente dalla mortalità per Covid-19”, spiega l’Istat. “Infatti, dopo gli aumenti generalizzati del 2020, nel 2021 si riduce la mortalità per le principali cause, a eccezione delle cause esterne (+5% rispetto al 2020). La mortalità per diabete e alcune malattie circolatorie resta comunque più elevata rispetto ai livelli pre-pandemici”.
La mortalità totale e per Covid-19 si riduce rispetto al 2020 nel Nord, soprattutto nel Nord-ovest, aumenta invece nelle altre ripartizioni, in particolare al Sud e nelle Isole. Nel 2021, dopo l’aumento del 2020, torna ai valori pre-pandemici il numero di decessi che avvengono nelle strutture residenziali, dove diminuiscono fortemente i decessi per Covid-19.
Buone notizie arrivano dal confronto con l’Ue27. I valori del tasso grezzo di mortalità, infatti, collocano l’Italia in una posizione intermedia nella graduatoria delle nazioni europee, “ma se si standardizzano i tassi tenendo conto della distribuzione per età della popolazione, particolarmente anziana nel nostro paese, si osserva che l’Italia abbandona la sua posizione mediana e si colloca tra i paesi a più bassa mortalità in Europa sia per la mortalità generale che per la mortalità per Covid-19”, precisa l’Istat.
Nel dettaglio, nel 2021, il tasso standardizzato di mortalità per tutte le cause in Italia risulta essere di 89,9 decessi per 10.000 abitanti, a fronte di una media Ue27 di 107,3. Migliori dell’Italia sono i dati di Spagna (82,9 decessi per 10.000), la Norvegia (83,2), Francia (84,8), Svezia (85,0), mentre presentano livelli di mortalità lievemente superiori a quelli italiani Belgio (92,1), Danimarca (99,3), Paesi Bassi (101,2), Germania (104,5). Al di sopra della media Ue27 si collocano i paesi dell’Europa orientale come la Polonia (150,4), l’Ungheria (165,2), la Romania (186,1), la Bulgaria (213,2) e i paesi dell’Europa Baltica come la Lituania (162,3) e la Lettonia (172,8). Questi paesi dell’Europa Orientale e Baltica presentano una mortalità generale più alta rispetto al 2020.
Nel 2021, l’Italia presenta un valore di mortalità per Covid-19 di 8,2 decessi per 10mila. A differenza dell’anno precedente, questo valore si colloca al di sotto della media Ue27 (11,5). I paesi europei presentano tassi standardizzati di mortalità per Covid-19 molto diversi tra loro, perché si passa da un valore di 0,2 decessi per 10mila in Islanda a 40,0 in Serbia. La variazione dei tassi è più accentuata rispetto all’anno 2020, anno in cui il valore più alto era di 18,1 decessi per 10.000 in Belgio. L’incremento dei tassi di mortalità si è verificato soprattutto nell’Europa Orientale e nelle regioni Baltiche, ma anche in paesi come Grecia (12,7) Paesi Bassi (11,8), Portogallo (10,3) e Germania (7,3). Nonostante il dato della Germania sia tra i più bassi in Europa, è aumentato di 1,8 volte rispetto al 2020.
Come per il 2020, i paesi con minore mortalità per Covid-19 sono quelli del Nord Europa, con Islanda, Finlandia, Norvegia e Danimarca con valori inferiori a 3,0 decessi per 10.000.
Come accennato, la causa principale del maggior numero di decessi in Italia rispetto al 2018-2019 è attribuibile principalmente al Covid-19. Infatti, per quasi tutte le altre principali cause, nel 2021, si osserva, dopo l’aumento del 2020, un decremento che porta il numero di decessi a valori inferiori a quelli medi del 2018-2019. Fanno eccezione il diabete e le cause esterne. Il numero di decessi per diabete è aumentato rispetto alla media 2018-2019 (24.769 contro 21.572), ma mostra una lieve diminuzione rispetto al 2020 (25.739). I decessi per cause esterne (25.737) sono invece superiori sia al numero medio nel periodo 2018-19 (24.493) che a quello osservato nel 2020 (24.534).
Le cause di morte più frequenti nella popolazione si confermano nel complesso le malattie del sistema circolatorio (217.523 decessi) e i tumori (174.511), che insieme causano più del 55% dei decessi totali. Il numero dei decessi per le malattie del sistema circolatorio, che era aumentato nel 2020, è diminuito nel 2021, analogamente a quello che si osserva per tutte le cause nel complesso, mentre i tumori sono l’unico gruppo, tra le cause più frequenti, in diminuzione sia nel 2020 che nel 2021.
Il numero di decessi per Covid-19 (63.915), seppure in riduzione rispetto al 2020 (78.673) si conferma inferiore solo a quello per le malattie circolatorie e i tumori.
Cresce il gap tra i sessi. Nel 2021, il tasso di mortalità per tutte le cause è di 111,7 morti per 10mila abitanti per gli uomini e di 73,9 per le donne, ovvero gli uomini hanno livelli di mortalità 1,51 volte quelli delle donne. La pandemia ha contribuito ad aumentare queste differenze. Nel 2020 il gap di mortalità uomini-donne, che nel 2018-2019 era di 1,50, è salito a 1,54 a causa di uno sproporzionato aumento della mortalità tra gli uomini, che è stato recuperato solo parzialmente nel 2021. Il gap uomini-donne è particolarmente elevato per il Covid-19 e le malattie respiratorie: per questi due gruppi gli uomini hanno un tasso di mortalità che è il doppio rispetto alle donne.
Nel 2021, il tasso di mortalità totale si è ridotto, rispetto al 2020, del 6,4% tra gli uomini e del 4,9% tra le donne. Sono diminuiti di più per gli uomini i tassi di mortalità per tumori, Covid-19, malattia di Alzheimer e altre demenze e diabete. Il tasso per malattie del sistema circolatorio è diminuito nella stessa misura nei due sessi, mentre il tasso per malattie del sistema respiratorio ha subito una riduzione più evidente tra le donne. Il tasso per cause esterne è aumentato in entrambi i sessi, ma in maniera più evidente tra gli uomini.
Per quanto riguarda le cause di morte esterne, è diminuita nel 2020 per poi aumentare nel 2021: si passa da un tasso medio di 3,3 decessi per 10mila nel 2018-19 a 3,2 del 2020 e 3,4 nel 2021. Queste cause di morte sono però caratterizzate da forte eterogeneità.
L’andamento delle morti violente è stato determinato in gran parte dall’andamento degli accidenti di trasporto, soprattutto nelle classi di età più giovani, dove causano una quota molto rilevante di decessi. La mortalità per questi eventi si è ridotta del 23% nel 2020, ma nel 2021 è tornata ai livelli del 2019. Questo andamento si riscontra soprattutto al di sotto dei 65 anni, mentre nei più anziani il tasso di mortalità del 2021 risulta inferiore a quello pre-pandemico.
Tra le altre cause accidentali, le cadute fanno registrare negli anni di pandemia un notevole aumento di mortalità: complessivamente si passa da 0,52 decessi per 10mila nel 2019 a 0,61 nel 2021. Queste sono cause di morte che riguardano prevalentemente la popolazione anziana e tra gli ultra-ottantenni il tasso di mortalità, pressoché stabile tra il 2015 e il 2019, passa da un valore di 6,6 decessi per 10mila nel 2019 a 7,9 nel 2021.
Il tasso di mortalità per suicidio era diminuito lievemente (-4%) nel 2020 considerando tutte le età, ma oltre i 65 anni risultava in lieve aumento. Nel 2021 c’è stato un aumento in quasi tutte le classi di età, con l’eccezione dei 50-64enni. Particolarmente rilevante è l’aumento fra i più giovani (0-49 anni) per i quali il livello raggiunto nel 2021 di 0,40 suicidi ogni 10mila abitanti è il massimo osservato dal 2015.