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Herpes simplex. L’infezione per via nasale può portare ad ansia e a problemi cognitivi

14 marzo - Uno studio USA ha rilevato che l’infezione da herpes simplex, contratta attraverso il naso, può portare ad ansia, compromissione motoria e problemi cognitivi. Il virus utilizza un enzima cellulare, l’eparanasi, per insinuarsi nel cervello e produrre questo tipo di deficit.


L’infezione da Herpes simplex-1 (HSV-1), se contratta attraverso il naso, può portare ad ansia, compromissione motoria e problemi cognitivi.

È quanto ha scoperto un team di ricercatori dell’Università dell’Illinois di Chicago (USA), guidato da Deepak Shukla. Lo studio è stato pubblicato da mBio.

Il virus HSV-1 causa, generalmente, vesciche e piaghe. Tuttavia, in alcuni casi, può migrare verso l’occhio o il sistema nervoso, provocando gravi sintomi cronici.

La ricerca mostra che sfruttando un enzima cellulare, il virus può produrre sintomi comportamentali. La scoperta sottolinea la necessità di prevenzione e trattamento di un virus trasportato da miliardi di persone in tutto il mondo.

Il team americano ha condotto esperimenti su animali di laboratorio, osservando alti livelli di infiammazione e danni neuronali a pochi giorni dall’infezione da HSV-1. Alcuni mesi dopo – un arco temporale equivalente a decenni di vita negli esseri umani – gli animali infetti hanno fatto registrare outcome peggiori nei test di coordinazione motoria e memoria e hanno mostrato, rispetto ai controlli, comportamenti più ansiosi.

A questo punto il team dell’Università dell’Illinois si è focalizzato sul ruolo dell’enzima cellulare eparanasi, che aveva precedentemente studiato nei casi di reinfezione da HSV-1 e negli effetti a lungo termine del virus.

Disattivando il gene che codifica l’eparanasi, i ricercatori statunitensi hanno constatato che gli animali non mostravano più i deficit neuro-comportamentali osservati precedentemente. Un dato che suggerisce l’ipotesi che l’enzima eparanasi sia in grado di mediare alcuni degli effetti dannosi del virus nel cervello.

“Tramite le lacrime – osserva il primo autore dello studio, Deepak Shukla – il virus potrebbe attraversare la cavità nasale e raggiungere direttamente al cervello. Il fenomeno è sottodiagnosticato e poco studiato, ma le conseguenze neurologiche sembrano molto più gravi di quelle che normalmente si osservano con le altre infezioni da HSV-1”

Fonte: mBio 2025

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