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Giornata mondiale del malato. Trojano (Sigo): “Prendersi cura non è solo trattare la patologia, ma empatia e ascolto”

17 febbraio - Il presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia rinnova l’impegno dei ginecologi accanto alle donne: “La ginecologia è una disciplina che accompagna le donne in fasi cruciali della vita: dalla pubertà alla gravidanza, dalla menopausa alla gestione di patologie complesse. In ognuno di questi momenti, il supporto emotivo è essenziale quanto la terapia medica”.

“La Giornata Mondiale del Malato è un’occasione per riflettere sul valore dell’ascolto e della vicinanza, aspetti fondamentali nella relazione medico-paziente. Per un ginecologo, prendersi cura della salute di una donna significa non solo trattare una patologia, ma anche comprendere le sue paure, le sue fragilità e il suo vissuto emotivo”.

A sottolinearlo Vito Trojano, presidente della Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia) in occasione della Giornata mondiale del malato.

“Durante la malattia o in momenti delicati – aggiunge Trojano - come una diagnosi complessa, una gravidanza difficile o un problema di fertilità, le parole assumono un significato profondo. Le pazienti non hanno bisogno di spiegazioni fredde o di discorsi standardizzati, ma di empatia, ascolto e presenza umana. Non è solo la competenza clinica a fare la differenza, ma anche la capacità di instaurare una relazione di fiducia, dove ogni donna si senta accolta e compresa”.

“La letteratura scientifica – ricorda il presidente della Sigo - dimostra che il benessere psicologico influisce sulla risposta ai trattamenti e sull’aderenza alle cure. Una rete di supporto, che includa il medico, la famiglia e la comunità, può avere un impatto positivo sul percorso di guarigione. La ginecologia, in particolare, è una disciplina che accompagna le donne in fasi cruciali della vita: dalla pubertà alla gravidanza, dalla menopausa alla gestione di patologie complesse. In ognuno di questi momenti, il supporto emotivo è essenziale quanto la terapia medica”.

“La speranza – sottolinea Trojano -, per una paziente, non è un’illusione, ma una risorsa che la aiuta ad affrontare l’incertezza con maggiore forza. Come ginecologi, possiamo contribuire a questo percorso non solo con la nostra professionalità, ma con gesti semplici: un sorriso, una parola di conforto, un atteggiamento rassicurante possono fare la differenza”.

“Ogni medico – conclude il presidente della Sigo - ha il potere di migliorare l’esperienza della propria paziente, rendendo il percorso di cura meno gravoso e più umano. La medicina non è solo scienza, ma anche relazione: la capacità di vedere nella fragilità un’opportunità per offrire sostegno e costruire un rapporto di fiducia è ciò che distingue un bravo professionista da un semplice tecnico della salute”.

 

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