Punti nascita. “Per il Ministero 5 a Genova sono troppi, si lavora alla riorganizzazione”
18 novembre - La Regione interviene in merito alle indiscrezioni sul nuovo Piano socio sanitario regionale spiegando, anzitutto, che per ora c’è solo una bozza di Piano ma che, tuttavia, “alle logiche imposte dal Ministero devono necessariamente seguire scelte territoriali”. Dunque si parla dell’ospedale Evangelico di Voltri come struttura deputata alla copertura dell’estremo ponente, mentre nell’area tra le province di Imperia e Savona si sta studiando di mantenere 3 punti nascita, due dei quali nel territorio della Asl 2.
In Regione Liguria si discute sulla riorganizzazione dei punti nascita, che potrebbe portare alla chiusura di alcuni reparti nella città di Genova e alla ricollocazione dei punti nascita in altre strutture. La questione è ancora in corso di definizione, ma dopo le indiscrezioni sul nuovo Piano Socio Sanitario Regionale la Regione ha deciso di intervenire per chiarire cosa sta succedendo sottolineando, anzitutto, che il Piano è al momento ancora affidato al confronto politico e successivamente approderà in Giunta. Le indiscrezioni si basano, dunque, su “una bozza” che, “come tale”, è “ancora non definitiva ma passibile di modiche”. Nella distribuzione sul territorio dei punti nascite l’assessorato alla Sanità è, infatti, al lavoro per garantire una copertura territoriale adeguata che offra il maggiore equilibrio possibile, ma sul territorio Genova qualche chiusura sarà inevitabile.
“La bozza del piano - spiega l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola - si muove tra due pilastri normativi nazionali: da un lato il Decreto Ministeriale 77, ovvero la cornice entro la quale si riorganizza il territorio; dall’altro il Decreto Ministeriale 70 (DM70) del 2015 che stabilisce il numero delle strutture possibili su una specifica area ospedaliera. A questo proposito, per ciò che attiene al mantenimento dei punti nascita, il DM70 orienta a circa 1000 parti la soglia ottimale per ciascuno e comunque non meno di 500. Risulta così facilmente intuibile che, con poco più di 3000 parti annuali, cinque punti nascita per la città di Genova sono davvero oltre la soglia; da questa distribuzione va tenuto fuori l’ospedale pediatrico Gaslini ritenuto punto di interesse regionale e sovraregionale per gravidanze in cui è presente una patologia fetale”.
Alle logiche imposte dal Ministero - sottolinea la nota - devono necessariamente seguire scelte territoriali”.
“In linea teorica e solo su base geografica - spiega quindi Gratarola - la prima stesura del piano socio sanitario, ancora oggetto del confronto politico, indica a proposito di Genova nell’ospedale Evangelico di Voltri la struttura deputata alla copertura dell’estremo ponente cittadino, sono però al vaglio altri elementi per definirne l’assetto finale. Un analogo ragionamento vale per l’area di Ponente tra le province di Imperia e Savona per la quale l’Assessorato, in una logica di area vasta, sta studiando la strategia possibile per mantenere 3 punti nascita, due dei quali nel territorio della Asl 2”.
Il futuro piano socio sanitario regionale dovrà però fare i conti con un’altra difficoltà oggettiva. “È corretto ricordare - sottolinea infatti l’assessore - che su tutta questa vicenda grava il problema della carenza di ginecologi su tutto il territorio nazionale e regionale, elemento determinante per la tenuta del sistema nel suo complesso”.