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Fertilità. Inquinamento sotto accusa, smog nuoce agli uomini e rumore alle donne

6 settembre - Per ora si tratta di un’associazione, ma se il rapporto causa-effetto dovesse essere confermato da ricerche future, secondo gli autori del lavoro “l’implementazione di politiche anti-smog e anti-rumore potrebbero rivelarsi strumenti importanti per migliorare i tassi di natalità nel mondo occidentale”.

L’inquinamento disturba la fertilità: quello atmosferico potrebbe ridurla negli uomini, quello acustico nelle donne.

Uno studio danese pubblicato su ‘Bmj’ rileva un maggior rischio di infertilità nei maschi cronicamente esposti al particolato fine Pm2,5 e nelle femmine over 35 costrette a sopportare il rumore prodotto dal traffico stradale. Per ora si tratta di un’associazione, ma se il rapporto causa-effetto dovesse essere confermato da ricerche future, secondo gli autori del lavoro “l’implementazione di politiche anti-smog e anti-rumore potrebbero rivelarsi strumenti importanti per migliorare i tassi di natalità nel mondo occidentale”.

L’infertilità è un importante problema di salute globale e colpisce una coppia su 7 che cerca di avere un figlio, spiegano gli scienziati. Già in passato, ricordano, diversi studi hanno indicato un collegamento negativo fra l’inquinamento atmosferico da polveri sottili e la qualità dello sperma e il successo dei trattamenti per la fertilità. Tuttavia, precisano i ricercatori, i lavori precedenti hanno dato risultati incoerenti in merito agli effetti dello smog sulla probabilità di concepimento. E nessuno, finora, ha indagato l’impatto del rumore da traffico sull’infertilità maschile e femminile. Gli studiosi danesi hanno provato a colmare queste lacune analizzando le informazioni di un registro nazionale su 526.056 uomini e 377.850 donne di età compresa fra 30 e 45 anni, conviventi o sposati con meno di 2 figli. Il gruppo è stato selezionato per includere un’alta percentuale di persone che cercavano attivamente di concepire un bimbo, escludendo soggetti con infertilità già diagnosticata, donne sottoposte a interventi chirurgici incompatibili con una futura gravidanza e uomini sterilizzati.

Gli scienziati hanno calcolato le concentrazioni medie annue di Pm2,5 e i livelli di rumore da traffico presso le abitazioni di ciascun partecipante, rapportandole con le diagnosi di infertilità che in un periodo di 18 anni (2000-2017) hanno riguardato 16.172 maschi e 22.672 femmine. Al netto di fattori potenzialmente confondenti come il reddito, il livello di istruzione e di occupazione, l’esposizione a livelli medi di Pm2,5 maggiori di 2,9 migrogrammi/metro cubo in 5 anni è risultata correlata a un aumento del 24% del rischio di infertilità negli uomini di età compresa fra 30 e 45 anni, mentre l’esposizione a livelli medi di rumore da traffico superiori a 10,2 decibel in un quinquennio è stata associata a un incremento del 14% del rischio di infertilità nelle donne ultra 35enni.

Nelle donne non sono emersi collegamenti fra esposizione a Pm2,5 e infertilità, né tra rumore e infertilità prima dei 35 anni, dettagliano gli autori. Negli uomini il rumore da traffico è risultato associato a un piccolo aumento del rischio infertilità nella fascia 37-45 anni, ma non prima. Il pericolo più alto di infertilità correlata al rumore nelle femmine e alle polveri fini nei maschi riguardava persone residenti sia in zone rurali sia in aree suburbane e urbane, e valeva per status socioeconomici sia bassi sia medi e alti.

I ricercatori riconoscono alcuni limiti del lavoro. Si tratta di uno studio osservazionale, che come tale indica delle associazioni senza addentrarsi nelle cause. Inoltre potrebbero essere state incluse coppie che non stavano cercando di avere un bambino. Mancano poi informazioni relative a fattori legati allo stile di vita e all’esposizione a rumore e smog sul lavoro e durante le attività ricreative. Si tratta però di un ampio studio, puntualizzano gli autori, basato su dati sanitari e residenziali affidabili, che ha usato modelli convalidati per valutare i livelli di inquinamento atmosferico e rumore, e che ha tenuto conto di importanti fattori sociali ed economici. Se altre ricerche ne confermassero i risultati, agire su smog e inquinamento acustico potrebbe dunque aiutare la lotta all’inverno demografico.

 

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