Esposizione a PFAS durante la gravidanza legata ad un aumento del rischio di obesità nei bambini
9 giugno - Uno studio finanziato dal governo federale Usa condotto da ricercatori della Brown University ha mostrato legami tra l’esposizione prenatale a sostanze per e polifluoroalchiliche e indici di massa corporea leggermente più alti nei bambini.
I rischi legati all’esposizione alle sostanze chimiche iniziano anche prima della nascita, esponendo i bambini a futuri problemi di salute. A certificarlo è un nuovo studio che si concentra sull’esposizione ai noti PFAS (sostanze perfluoroalchiliche o acidi perfluoroacrilici) durante la gravidanza, che è stata collegata a indici di massa corporea leggermente più alti e a un aumento del rischio di obesità nei bambini, secondo quanto riportano gli esperti della Brown University sulla rivista ‘Environmental Health Perspectives’.
Sebbene questo collegamento fosse già stato suggerito in precedenti ricerche, i dati risultavano inconcludenti. Il nuovo studio, che è stato finanziato dal programma Environmental Influences on Child Health Outcomes (ECHO) presso il National Institutes of Health, coinvolge un set di dati molto più ampio con siti di ricerca in tutto il paese, spiega l’autore principale Yun Jamie Liu, ricercatore associato in epidemiologia presso la Brown University School of Public Health. “I risultati si basano su otto gruppi di ricerca situati in diverse parti degli Stati Uniti e con dati demografici diversi. Questo rende i risultati del nostro studio più generalizzabili alla popolazione nel suo insieme”.
ECHO è un programma di ricerca nazionale sostenuto dal NIH con l’obiettivo di comprendere gli effetti di un’ampia gamma di influenze ambientali precoci sulla salute e lo sviluppo dei bambini. Lo studio ha utilizzato i dati raccolti nell’arco di due decenni da 1.391 bambini di età compresa tra 2 e 5 anni e le loro madri.
Sono stati arruolati nei siti di ricerca ECHO in California, Illinois, Massachusetts, Colorado, New Hampshire, Georgia e New York. L’esposizione ai PFAS era conseguente all’utilizzo di tessuti oleorepellenti e idrorepellenti, prodotti per la cura personale, schiume antincendio, imballaggi alimentari, prodotti medici e molti altri prodotti per la casa.
I PFAS tossici sono incredibilmente durevoli e si pensa che persistano nell’ambiente per migliaia di anni, motivo per cui sono diventati noti come “sostanze chimiche per sempre”. I ricercatori hanno analizzato i livelli di sette diversi PFAS nei campioni di sangue raccolti dalle madri durante la gravidanza. Hanno quindi calcolato l’indice di massa corporea di ogni bambino, scoprendo che livelli più elevati di PFAS nel sangue della madre durante la gravidanza erano correlati a BMI leggermente più alti nei figli.
L’aumento del rischio di obesità è stato osservato ugualmente per i bambini maschi che per le femmine. Queste associazioni sono state osservate anche a bassi livelli di esposizione al PFAS, ha detto l’autore senior Joseph Braun, professore di epidemiologia e direttore del Center for Children’s Environmental Health presso la Brown’s School of Public Health. Questo è importante da notare, ha affermato Braun, poiché le esposizioni ai PFAS sono cambiate nel tempo dato che alcuni produttori hanno eliminato gradualmente il loro uso in risposta alle preoccupazioni sugli effetti sulla salute associati e sulla persistenza ambientale. “Il fatto che vediamo queste associazioni a livelli relativamente bassi in una popolazione contemporanea suggerisce che anche se l’uso di PFAS nei prodotti è diminuito, le donne incinte oggi potrebbero ancora essere a rischio di danni – ha concluso Braun – ciò significa, secondo i nostri risultati, che anche i loro figli potrebbero essere a rischio di effetti dannosi sulla salute associati alla PFAS”.