Disturbi mentali perinatali. Ancora troppo carente il supporto alle donne nei Dsm italiani
11 ottobre - I disturbi mentali sono tra le patologie più frequenti della gravidanza e del periodo postnatale, ne soffre 1 donna su 5. Necessario incrementare le risorse dei Dsm per sanare le carenze nell’assistenza alle donne con disturbi mentali perinatali, che richiedono setting, percorsi dedicati e accesso prioritario. Pubblicato dall’Iss il primo studio sull’assistenza alla salute mentale in gravidanza e dopo il parto, frutto della collaborazione tra ricercatori Iss e quelli della London School of Economics.
Soltanto il 58% dei Dipartimenti di Salute Mentale (Dsm) italiani offre un counselling preconcezionale alle proprie utenti in età riproduttiva e solo il 5% dispone di materiale informativo per questo scopo. Il 54% non è dotato di un’équipe o di un professionista di riferimento per la psicofarmacoterapia durante la gravidanza e l’allattamento. E ben l’80% dei Dsm non ha definito un percorso diagnostico terapeutico assistenziale per i disturbi mentali perinatali. Non solo, appena il 28,6% dei Dsm ha istituito ambulatori ad hoc e non ci sono strutture psichiatriche ospedaliere progettate per madri e neonati.
È questo lo scenario emerso dallo studio Perinatal mental health care in the Italian Mental Health Departments: a national survey pubblicato sulla rivista internazionale European Psychiatry e frutto della collaborazione tra ricercatori dell’Iss e della London School of Economics (LSE) i cui dati sono stati resi noti in occasione della Giornata mondiale della salute mentale.
Il lavoro, che ha coinvolto anche il 94% dei Dipartimenti di Salute Mentale presenti sull’intero territorio nazionale italiano, descrive per la prima volta il supporto disponibile nei Dsm italiani per le donne con disturbi mentali perinatali, confrontando l’offerta nazionale con le buone pratiche raccomandate dalle linee guida internazionali.
Dallo studio emerge con chiarezza la necessità di incrementare le risorse dei Dsm per sanare le carenze nell’assistenza rispetto alle necessità specifiche delle donne con disturbi mentali perinatali. Donne che richiedono setting e percorsi dedicati, accesso prioritario e una presa in carico integrata con i professionisti del percorso nascita.
“La promozione e la tutela della salute mentale della donna in gravidanza e nell’anno successivo alla nascita del bambino rappresentano una priorità di salute pubblica riconosciuta a livello internazionale – sottolinea Ilaria Lega, che ha coordinato lo studio – i disturbi mentali sono tra le patologie più frequenti della gravidanza e del periodo postnatale, ne soffre una donna su cinque. Se non riconosciuti e trattati adeguatamente, questi disturbi hanno un impatto negativo a breve, medio e lungo termine sulla salute della donna e del bambino. Le ricerche della LSE dimostrano che l’impatto economico dei problemi di salute mentale perinatale non trattati supera di gran lunga il costo necessario a rendere disponibili servizi di salute mentali adeguati”.
L’indagine - condotta nell’ambito del progetto “Rilevazione dei percorsi preventivi e assistenziali offerti alla donna, alla coppia e ai genitori per promuovere i primi 1000 giorni di vita, anche al fine di individuare le buone pratiche, i modelli organizzativi e gli interventi adeguati”, realizzato con il supporto tecnico e finanziario del Ministero della Salute nell’ambito del bando CCM 2019 e coordinato dal Reparto Salute della Donna e dell’Età Evolutiva del CNaPPS, Iss - ha coinvolto i professionisti sanitari dei 127 DSM nazionali.
”Se l’alta partecipazione testimonia l’interesse e la sensibilità dei professionisti dei DSM su questo tema - conclude Lega - i risultati segnalano l’urgenza di rendere disponibili nei servizi di salute mentale formazione specifica e personale per la presa in carico dei disturbi mentali perinatali, contribuendo a promuovere la salute di almeno due generazioni”.