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Culle per la vita. Ministero Salute: “Sarà avviato un loro censimento su tutto il territorio nazionale”

24 gennaio - "Il Ministero della Salute esprime la propria disponibilità a collaborare ad iniziative legislative che consentano di disciplinare in modo dettagliato ed omogeneo le iniziative, nel rispetto delle peculiari competenze regionali". Così Fausta Bergamotto, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy, rispondendo a nome del ministero della Salute in aula alla Camera all'interrogazione sul tema presentata da Sportiello (M5S).

"Sarà cura del Ministero della Salute avviare un censimento sul territorio nazionale di tutte le culle per la vita collegate sia a strutture del Servizio sanitario nazionale sia ad enti e fondazioni di origine privata. Concludo confermando che il Ministero della Salute esprime la propria disponibilità a collaborare ad iniziative legislative che consentano di disciplinare in modo dettagliato ed omogeneo le iniziative, nel rispetto delle peculiari competenze regionali".

Così Fausta Bergamotto, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy, rispondendo a nome del ministero della Salute in aula alla Camera all'interrogazione sul tema presentata da Gilda Sportiello (M5S).

Di seguito la risposta integrale della sottosegretaria Bergamotto.

"Presidente. Rispondo per il Ministero della Salute. Allora, il quesito posto consente di evidenziare, anche a beneficio della corretta informazione da rivolgere alla popolazione, che la normativa vigente già garantisce alla donna di partorire in anonimato, con la facoltà di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell'ospedale dove è nato, affinché sia assicurata l'assistenza e anche la sua tutela giuridica.

Ciononostante, evidenzio che è da tempo all'attenzione del Ministero della Salute, in particolare della Direzione generale della prevenzione, anche la fattispecie descritta nell'atto, e quindi le cosiddette culle della vita, e che resta fermo l'obiettivo primario di porre in essere tutte le possibili iniziative per tutelare la sicurezza dell'evento parto e quindi della madre e del bambino. A tal fine, è indispensabile l'adozione di un approccio complessivo all'intero percorso di nascita, di cui il parto costituisce l'evento culminante. Le varie fasi e i molteplici aspetti del percorso necessitano di una strategia di interventi diversi, tra i quali acquista un rilievo di fondamentale importanza la continuità di relazione della comunicazione con la donna madre.

La nascita di un bambino è un evento straordinario nella vita di una donna, che incide profondamente nella sua vita concreta, emotiva e relazionale. Tuttavia, non tutte le donne riescono ad accogliere appieno la loro maternità per una complessità di motivazioni, sociali e particolari, che occorre ascoltare, comprendere e riconoscere. Durante la gravidanza, specie in situazioni di difficoltà di varia natura della madre a poter rispondere adeguatamente ai bisogni del bambino, è indispensabile che la stessa venga seguita in maniera qualificata per la tutela sua e del nascituro, in modo da evidenziare iniziative o decisioni affrettate e spesso drammatiche al momento del parto.

Occorre costantemente sostenere, accompagnare e informare le donne, affinché le loro scelte siano completamente responsabili. Come già anticipato, la normativa attualmente in vigore consente alla madre di non riconoscere il bambino, di partorire in anonimato e di lasciarlo nell'ospedale dove è nato, affinché sia assicurata l'assistenza del neonato e la sua tutela giuridica. Tempestive e adeguate informazioni alla donna in gravidanza e interventi di sostegno concreti e adeguati in suo aiuto, di tipo sociale, economico e psicologico, permettono di garantire sia il diritto alla salute della gestante e del nascituro, sia un parto protetto nella struttura ospedaliera, nonché la possibilità di esercitare una libera, cosciente e responsabile scelta da parte della donna madre, al momento di riconoscere o meno il proprio bambino.

Attualmente, mentre esiste una disciplina normativa che prevede la possibilità di partorire in anonimato, non si rinvengono, invece, previsioni normative concernenti l'istituzione delle culle per la vita e le varie modalità del loro dislocamento o funzionamento. Con riferimento alla regione Puglia, l'assessorato competente ha tenuto a precisare che, ferma restando l'idoneità del dispositivo a garantire la sicurezza e la salvaguardia del neonato, tali culle sono assimilabili a quelle utilizzate presso le terapie intensive neonatali, dotate, altresì, di sensori che assolvono al monitoraggio dei parametri vitali del neonato posto all'interno e che immediatamente fanno sì che vengano attivate le procedure di allarme verso la struttura sanitaria collegata, rivolte al tempestivo intervento del personale sanitario.

Nella regione Puglia sono presenti quattro culle attivate spontaneamente da strutture ospedaliere e parrocchie. A Bari presso la parrocchia di San Giovanni Battista; a Monopoli presso la chiesa di Sant'Antonio; a Taranto nel presidio ospedaliero Santissima Annunziata e a Foggia nell'Azienda ospedaliera universitaria. Sarà cura del Ministero della Salute avviare un censimento sul territorio nazionale di tutte le culle per la vita collegate sia a strutture del Servizio sanitario nazionale sia ad enti e fondazioni di origine privata. Concludo confermando che il Ministero della Salute esprime la propria disponibilità a collaborare ad iniziative legislative che consentano di disciplinare in modo dettagliato ed omogeneo le iniziative, nel rispetto delle peculiari competenze regionali".

In sede di replica, Gilda Sportiello si è dichiarata "avvilita" e "non sono insoddisfatta" per la risposta ricevuta. "Infatti, al di là delle informazioni assolutamente mancanti e che già erano contenute nell'interrogazione che ho fatto al Ministero - lo so anch'io che non esiste una normativa, glielo scritto, lo so anch'io che sono iniziative spontanee e l'ho scritto nell'interpellanza - la domanda era un'altra e non ho ricevuto risposte. Però, vede, sono veramente avvilita perché qui non ci si è limitati a dare una risposta o a provare a mettere qualcosa nero su bianco, giusto per dire di essere venuti in Aula a rispondere a un'interpellanza".

 

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