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Contraccezione d’emergenza. Siracusano: “Istituito Tavolo di lavoro per inserimento farmaci nella farmacopea ufficiale”

13 settembre - La sottosegretaria per i Rapporti con il Parlamento, Siracusano fa sapere che per l’eventuale rivisitazione delle disposizioni contenute nella farmacopea ufficiale della Repubblica italiana, al fine di rendere i farmaci obbligatoriamente disponibili nelle farmacie, ogni esame e valutazione tecnico-scientifici concernenti la modifica e l’aggiornamento della farmacopea oggi è rimesso a un apposito tavolo di lavoro tecnico.

“I farmacisti non possono rifiutarsi di vendere le specialità medicinali di cui siano provvisti e di spedire ricette firmate da un medico per medicinali esistenti nella farmacia e che, in generale, tutti i farmaci prescritti dal medico devono essere disponibili e non possono essere negati dal farmacista, dal momento che la legge non prevede l’obiezione di coscienza professionale. Inoltre, i farmacisti sono tenuti a consegnare o a procurare tali farmaci, se non disponibili, nel più breve tempo possibile”.

È quanto ha sottolineato la Sottosegretaria per i Rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano rispondendo a un’interrogazione urgente sul tema della contraccezione d’emergenza, presentata dalla deputata Gilda Sportiello (M5S) e discussa oggi in Aula alla Camera.

Di seguito la risposta integrale della sottosegretaria Siracusano.

“Ringrazio gli onorevoli interroganti e prioritariamente ricordo che attualmente in Italia sono disponibili due tipi di farmaci per la contraccezione d’emergenza: i preparati orali progestinici, contenenti levonorgestrel (LNG), che agiscono fino a 72 ore dopo il rapporto sessuale non protetto o in seguito al fallimento di un metodo anticoncezionale e i preparati contenenti ulipristal acetato (UPA), che agiscono fino a 120 ore dopo il rapporto.

A seguito della determina Aifa n. 998 dell’8 ottobre 2020, il medicinale a base di ulipristal acetato è dispensabile dal farmacista senza l’obbligo di prescrizione. Tuttavia, come indicato nella suddetta determina, la dispensazione al paziente deve avvenire contemporaneamente alla consegna di un opportuno materiale informativo sulla contraccezione d’emergenza. Relativamente al medicinale a base di levonorgestrel, il regime di fornitura stabilito dall’Aifa per le donne minori di 18 anni è quello di un medicinale soggetto a prescrizione medica, da rinnovare volta per volta. Per le donne di età maggiore ai 18 anni, al contrario, è un medicinale SOP, non soggetto a prescrizione medica, ma non di automedicazione.

Ciò premesso, mi preme sottolineare che, nel rispetto dell’articolo 38 del regolamento per il Servizio farmaceutico, i farmacisti non possono rifiutarsi di vendere le specialità medicinali di cui siano provvisti e di spedire ricette firmate da un medico per medicinali esistenti nella farmacia e che, in generale, tutti i farmaci prescritti dal medico devono essere disponibili e non possono essere negati dal farmacista, dal momento che la legge non prevede l’obiezione di coscienza professionale. Inoltre, i farmacisti sono tenuti a consegnare o a procurare tali farmaci, se non disponibili, nel più breve tempo possibile.

La questione oggetto dell’interpellanza è stata infatti dibattuta in seno al Comitato nazionale di bioetica, con orientamenti differenti. Il Comitato ha ricordato che l’obiezione di coscienza, che ha un fondamento costituzionale nel diritto generale della libertà religiosa e della libertà di coscienza, deve pur sempre essere realizzato nel rispetto degli altri diritti fondamentali; fra questi, l’irrinunciabile diritto del cittadino alla tutela della salute e a ricevere quell’assistenza sanitaria riconosciuta per legge.

Con riferimento all’eventuale rivisitazione delle disposizioni contenute nella farmacopea ufficiale della Repubblica italiana, al fine di rendere i suddetti farmaci obbligatoriamente disponibili nelle farmacie, faccio presente che ogni esame e valutazione tecnico-scientifici, concernenti la modifica e l’aggiornamento della farmacopea, oggi è rimesso a un apposito tavolo di lavoro tecnico.

Con decreto del 27 settembre 2023, a mia firma, ho provveduto a ricostituire detto tavolo presso il Ministero della Salute - Direzione generale dei dispositivi medici e del Servizio farmaceutico - per la durata di un triennio, con la finalità di redigere una proposta di revisione o di aggiornamento della predetta farmacopea ufficiale. Nell’ambito dei lavori del tavolo, le varie tematiche, che richiedono un intervento di revisione della farmacopea, sono state affidate a diversi sottogruppi composti da esperti. La materia della contraccezione d’emergenza, in particolare, è stata oggetto di ampia discussione nell’ambito dei lavori del sottogruppo n. 1 “Aggiornamento tabella da n. 2 a n. 6, tabella n. 8”, coordinato dalla Federazione ordine farmacisti italiani (FOFI), che ha proposto di espungere i preparati a base di ulipristal dalla tabella n. 5, in quanto gli analoghi prodotti industriali a base del medesimo principio attivo sono oggi classificati dall’Aifa come SOP”.

La replica di Gilda Sportiello (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio la Sottosegretaria Siracusano. Allora, io oggi ho presentato questa interpellanza, perché si verifica qualcosa, nel nostro Paese, di veramente inspiegabile e, cioè, che i contraccettivi di emergenza ormonali vengono assimilati, nella farmacopea ufficiale, ai contraccettivi ormonali sistemici, quelli che si assumono preventivamente, quelli che si assumono quotidianamente. È chiaro che ci troviamo di fronte a due scopi differenti, perché, mentre i primi si prendono quotidianamente e sono contraccettivi preventivi, i secondi, invece, quelli di emergenza, si assumono nel caso in cui ci sia stato un rapporto non protetto, un rapporto a rischio; e il tempismo con cui si assumono questi farmaci è fondamentale, sia nel caso della pillola del giorno dopo che in quello della pillola dei cinque giorni dopo.

Cosa succede? Che, quando se ne ha bisogno - e se ne ha bisogno in fretta, perché il tempismo è fondamentale e le ore contano tanto affinché il farmaco sia efficace - trovarsi di fronte a farmacie in cui questi farmaci non sono disponibili crea enormi problemi.

Immaginate cosa succede a una persona che cerca questi farmaci, questi contraccettivi di emergenza: si reca in una farmacia, magari anche di un piccolo comune, magari è l’unica farmacia del comune, non ha disponibili contraccettivi, magari li ordina, ci vorrà del tempo, la persona non ha la patente, non si può spostare in un altro comune. Immaginate che cosa comporta per questa persona questa ricerca, unita allo stress, unita al fatto di non poter reperire un farmaco che va preso urgentemente. Non è una preoccupazione della sottoscritta, è una preoccupazione diffusa, è una preoccupazione di cui si è fatta anche portavoce la Società medica italiana per la contraccezione, perché, effettivamente, è qualcosa che accade da molto tempo.

Oggi, la Sottosegretaria Siracusano, in Aula, ci ha ricordato e ha dichiarato in maniera chiara, limpida e senza possibilità di fraintendimenti cosa prevede la nostra legislazione, cioè che i farmacisti non possono essere obiettori di coscienza, non è previsto dalla nostra legislazione. Però, cosa accade? Che, se questi contraccettivi di emergenza non vengono inseriti all’interno della lista dei farmaci che devono essere obbligatoriamente disponibili in farmacia, se non vengono scorporati dai contraccettivi sistemici ormonali di cui abbiamo parlato prima e, quindi, quelli che si assumono preventivamente, è chiaro che il farmacista obiettore - illegittimamente, quindi, obiettore - potrà essere a posto con la coscienza e con la legislazione, avendo a disposizione nella propria farmacia i contraccettivi ormonali, ma non quelli di emergenza.

Per questo è fondamentale aggiornare la farmacopea, perché stiamo parlando di due scopi assolutamente differenti, stiamo parlando di comportamenti illegittimi, quelli dei farmacisti che si dichiarano obiettori o che si rifiutano di dare i contraccettivi di emergenza alle persone che ne fanno richiesta. Dobbiamo dare la possibilità, dobbiamo dare una garanzia noi, come Stato, dobbiamo cercare di far funzionare il sistema e dobbiamo garantire che questi farmaci di emergenza siano effettivamente disponibili. L’unico modo è quello di modificare la farmacopea.

Nel 2019 - ovviamente, questo è un problema che ci portiamo dietro da tantissimo tempo - io feci un’interrogazione proprio sull’aggiornamento della farmacopea e chiesi esattamente quello che sto chiedendo oggi e l’allora Sottosegretario per la Salute, Luca Coletto, che venne a rispondere alla mia interrogazione mi assicurò che, nell’aggiornamento, ci sarebbe stato questo scorporo e che, comunque, vi era l’intenzione di procedere in tal senso.

Non è accaduto, i contraccettivi di emergenza non hanno ancora una categoria a sé e non sono ancora disponibili obbligatoriamente nelle farmacie. Mi auguro che con l’istituzione e l’aggiornamento del tavolo di cui ha parlato la Sottosegretaria si faccia questo cambio, perché è indispensabile che nelle farmacie siano disponibili i contraccettivi di emergenza. È diritto alla salute e, in un Paese civile come il nostro, che fa del diritto alla salute, almeno su carta, un perno del proprio Stato, non può accadere che un farmaco così importante non sia garantito in tutte le farmacie.

 

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