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Relazione del Ministro della Salute sulla attuazione della legge 194/78, 2022: inversione di tendenza?

4 Febbraio 2025 - I dati riportati nelle Relazioni del Ministro della Salute sulla attuazione della legge 194/78 vengono raccolti dal Sistema di Sorveglianza Epidemiologica delle Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG), attivo in Italia dal 1980 e che vede impegnati il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’Istat, le Regioni e le due Province Autonome. Il monitoraggio avviene a partire dai questionari dell’Istat, che devono essere compilati per ciascuna IVG nella struttura in cui è stato effettuato l’intervento, poi raccolti e trasmessi ormai solo tramite il sistema informatico GINO++. La qualità della compilazione e quindi dei dati trasmessi è di valore cruciale per alimentare la relazione ministeriale. Ciò vale sia per l’aborto spontaneo (scheda ISTAT AS), che per le IVG (scheda ISTAT IVG) e risulta pertanto importante conoscere e seguire le relative istruzioni per la compilazione (Allegato 1, circolare ISTAT N.02383 14 dic 2016) come sottolineato nella Raccomandazione 21 “Buone pratiche clinico-assistenziali per il trattamento farmacologico dell’aborto” realizzata dalla Fondazione Confalonieri Ragonese su mandato SIGO, AOGOI, AGUI con la collaborazione di AGITE.

Già dalle prime relazioni ministeriali è apparsa la gravità del fenomeno sommerso degli aborti volontari clandestini in Italia prima della legalizzazione delle IVG (Legge 194 del 1978), essendosi osservato, poco dopo la sua entrata in vigore, un dimezzamento del numero e del rapporto di abortività spontanea, fenomeno che prima probabilmente mascherava un numero di aborti volontari (Tabella 1). Contestualmente si è rilevata la riduzione del tasso di mortalità e morbilità materna per aborto (1).

Dopo un iniziale aumento dell’incidenza di IVG, probabilmente dovuto alla graduale emersione dell’aborto clandestino e l’organizzazione e disponibilità dei servizi, si è osservato un andamento in diminuzione sia del numero che del tasso e del rapporto di abortività. Il tasso di abortività volontaria (n. IVG rispetto a 1.000 donne di età 15-49 anni residenti in Italia) è l’indicatore più accurato per una corretta valutazione del ricorso all’IVG perché mette in relazione il numero assoluto di interventi con le persone a rischio di effettuarlo annullando quindi l’effetto delle variazioni demografiche della popolazione e rendendo tale indicatore paragonabile negli anni.
Dall’analisi della relazione ministeriale relativa all’anno 2022 il tasso abortività volontaria (5,6 per 1000) (Figura 1) conferma lo storico andamento decrescente (-66,9 %) rispetto al 1983 e al 2019 (ultimo anno pre-pandemico) 5,8 per 1000, viceversa risulta un lieve incremento se confrontato con il 2021 (5,3 per 1000).

Figura 1. Tasso e rapporto di abortività volontaria in Italia (1978-2022)

Nel 2022 il numero di IVG notificate è stato del 65.661 con una riduzione rispetto al 2019 del 10,3%. Se i dati del 2022 vengono confrontati esclusivamente con la rilevazione del 2021 si osserva viceversa un incremento del 3,2% a livello nazionale, e in quasi tutte le Regioni.
Per quanto riguarda l’aumento rilevato nel 2022, non è possibile al momento formulare ipotesi interpretative; la raccolta dei dati successivi consentirà di stabilire se lo scostamento del 2022 è un dato isolato, limitato a questo particolare anno (come avvenuto già nel 1982 e 2004) o se fa parte di un nuovo diverso andamento delle IVG.
Tale fenomeno è stato comunque rilevato anche in altri paesi europei, ad esempio in Inghilterra, Francia, Norvegia, Olanda (2) e il tasso di abortività italiano rimane tra i valori più bassi a livello internazionale (Figura 2).

Figura 2. Tasso di abortività volontaria in Italia e altri Paesi.

Il ricorso all’IVG nel 2022 è aumentato in tutte le classi di età rispetto al 2021, tranne quelle comprese tra 40 e 49 anni. I tassi di abortività più elevati restano nelle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni.
Ancora una volta comparando il dato 2019 con il 2022 si evidenzia una riduzione rispetto al periodo pre-pandemico, sebbene la riduzione sia stata più marcata negli anni 2020 e 2021 verosimilmente condizionato dagli effetti sanitari, psicologici e sociali della pandemia come accaduto in altri contesti (Figura 3).

Nel 2022 è ulteriormente aumentata la percentuale di IVG effettuati precocemente e per questo a minor rischio di complicanze: nel 2022 il 62,3% degli interventi è stato effettuato entro le 8 settimane di gestazione (rispetto al 61,7% del 2021 e al 53,5% del 2019), il 20,6% a 9-10 settimane, il 10,8% a 11-12 settimane e il 6,4% dopo la dodicesima settimana (Figura 4).

Figura 4. Distribuzione percentuale delle IVG per settimana gestazionale – anno 2022       

Il ricorso in epoche gestazionali più basse risente anche dell’aumentato ricorso all’aborto farmacologico.
Il solo Mifepristone e la sua associazione con le prostaglandine sono stati utilizzati nel 52% delle IVG (di cui 49,2% di mifepristone + prostaglandine, pari a 32.163 IVG) rispetto al 47,2% del 2021, al 24,9% del 2019 e al 3,3% del 2010, con una forte variabilità per area geografica.
Valori inferiori alla media nazionale sono stati registrati nell’Italia insulare (33,0%) e meridionale (48,5%) rispetto al Centro (54,1%) e al Nord (53,9%), con una variabilità regionale da 22,7 (Marche) a 75,0 (Calabria) (Figure 5,6,7).

 

Figura 5. Distribuzione percentuale delle IVG per tipo di intervento – anno 2022.

Figura 6. Andamento negli anni delle IVG totali e delle IVG con mifepristone + prostaglandine (2009 – 2022)

Figura 7 - Distribuzione percentuale delle IVG con mifepristone + prostaglandine per regione, 2022

La percentuale di IVG effettuate da donne con precedente esperienza abortiva continua a diminuire dal 2009 ed è risultata pari al 23,3% nel 2022. L’evoluzione della percentuale di aborti ripetuti conferma che la tendenza al ricorso all’aborto volontario nel nostro Paese è in costante diminuzione, ormai anche tra le cittadine straniere; il fenomeno è spiegabile presumibilmente con il maggiore e più efficace ricorso a metodi contraccettivi per la procreazione consapevole.

Come in altri ambiti abbiamo ritenuto rilevante un confronto dei dati 2022 non solo con l’anno precedente ma anche con il periodo pre-pandemico (2019). Gli anni della pandemia hanno infatti rappresentato un periodo critico per la salute pubblica e l’accesso ai servizi, ciò non di meno per l’accesso alle IVG. In alcune realtà l’attività ha subito limitazioni dettate dall’emergenza pandemica, durante la quale l’IVG non ha sempre goduto dello status di “urgenza”, e quindi priorità nell’accesso al servizio, nonostante l’articolo 8 della Legge 194/78 reciti: “alla scadenza dei sette giorni, il documento consegnato alla donna ai sensi del quarto comma dello stesso articolo costituiscono titolo per ottenere in via d’urgenza l’intervento e, se necessario, il ricovero.

Sicuramente si evidenzia che l’emissione delle Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria della gravidanza con mifepristone e prostaglandine pubblicate dal Ministero della Salute nell’agosto 2020 hanno contribuito alla semplificazione del percorso, esteso anche all’aborto spontaneo, con la promozione del cosiddetto “aborto farmacologico”, dell’uso della telemedicina (es. attestazione della richiesta di IVG e valutazione post-procedura), e facilitato comunque progressivamente nel tempo l’accesso al servizio nonostante l’emergenza mondiale (5).

Queste linee di indirizzo sono fondate sui dati di efficacia e sicurezza rilevati dalle esperienze nazionali e internazionali dall’introduzione dell’associazione mifepristone-misoprostolo, già inserita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella Complementay Essential Medicine List nel 2005 e spostata nella Core Essential Medicine List nel 2019 “removing the requirement for close medical supervision”. L’applicazione delle linee di indirizzo ancor oggi varia da regione a regione, e da un centro all’altro, sebbene come abbiamo visto si sia registrato comunque un aumentato ricorso all’aborto farmacologico in accordo con il principio di sicurezza ed economicità riducendo contestualmente la pressione sugli ospedali.

Possiamo quindi parlare di inversione di tendenza?
Per quanto riguarda l’incidenza dell’IVG è difficile dare un giudizio dopo solo un leggero aumento in un anno post-pandemico. Il fenomeno andrà valutato nei prossimi anni. Certamente le nuove linee di indirizzo e la situazione pandemica hanno favorito un maggiore ricorso all’aborto farmacologico. Ad esso si associa un’inversione di tendenza nel ricorso all’obiezione di coscienza fra i ginecologi (60,5% nel 2022 vs 63,6% del 2021) e del contestuale incremento della percentuale di interventi effettuati precocemente, quindi meno esposti a complicanze.
Una tendenza stabile e verso ulteriore miglioramento per quanto riguarda la riduzione al ricorso all’IVG in gravidanza successive, anche in donne straniere.
Sarebbe interessante disporre del dato del ricorso al metodo farmacologico anche per l’aborto spontaneo, per cui vi è, come per l’IVG, obbligo informativo mediante relativa scheda Istat. Attualmente questo non è possibile perché nella scheda Istat non è indicato questo metodo ma solo “altro metodo”, oltre raschiamento e isterosuzione (Istat: http://dati.istat.it/index.aspx?queryid=29166).
Complessivamente la relazione ministeriale mostra un miglioramento continuo verso la salute e la sicurezza delle donne (maggiore utilizzo del metodo farmacologico, minore obiezione, incremento delle IVG precoci, minore ricorso all’IVG in donne con percedente esperienza abortiva), tanto auspicato dall’OMS quale indicatore di qualità del sistema sanitario, con possibile ulteriore implementazione e allineamento al dato nazionale in diverse aree  del Paese.

 

Bibliografia

  1. Figà Talamanca I, Grandolfo M, Spinelli A. (1986), Epidemiology of legal abortion in Italy. Int J Epidemiol, 15:343-351.
  2. https://www.gov.uk/government/statistics/abortion-statistics-for-england-and-wales-2022/abortion-statistics-england-and-wales-2022#key-points-in-2022
  3. https://www.ined.fr/en/everything_about_population/demographic-facts-sheets/focus-on/how-is-abortion-use-evolving-in-france/#:~:text=In%202022%2C%20there%20were%20232%2C000,2020%20and%20216%2C000%20in%202021.
  4. Skjeldestad FE, Gissler M, Geirsson RT, Heino A, Sigbjörnsdottir HB, Akerkar R, Gemzell-Danielsson K, Heikinheimo O, Løkeland M. Trends over 50 years with liberal abortion laws in the Nordic countries. PLoS One. 2024 Jul 10;19(7):e0305701. doi: 10.1371/journal.pone.0305701.
  5. Consiglio Superiore di Sanità. Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine. Ministero della Salute, 2020. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3039_allegato.pdf

 

Scarica il pdf con le istruzioni per la compilazione della scheda Istat »


 

 

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