Associazione dei Ginecologi Italiani:
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Parti: in Italia oltre un terzo è cesareo

L'analisi dei questionari elaborati per verificare gli aspetti tecnico-organizzativi dei punti nascita italiani, e distribuiti agli assessorati competenti, ha evidenziato che il ricorso ai parti cesarei è ancora troppo frequente: la percentuale varia da una media del 44% effettuati nelle piccole strutture, al 32% di quelle più grandi, contro la percentuale del 15% raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
La media totale è del 35,4%, oltre il doppio di quella indicata dall'Oms, con l'aggravante che nelle strutture private la percentuale è molto più alta.
Il parto naturale in partoanalgesia viene effettuato solo nel 15,3% dei casi e solo in meno di un terzo dei punti nascita (27,6%) è presente la terapia intensiva neonatale.
Un servizio ritenuto indispensabile perché l'assistenza possa definirsi sicura è la doppia guardia, 24 ore su 24, di medici e ostetriche, ma è garantito solo nel 40% dei punti nascita che è stato possibile valutare. Il campione statistico dello studio è rilevante, nonostante regioni come Calabria, Liguria, Sardegna e Umbria non abbiano risposto alle domande dei questionari o lo abbiano fatto in modo incompleto; delle restanti 17 regioni sono stati considerati 344 punti nascita su 570 totali. Fra le strutture esaminate sono grandi anche le differenze per numero di nascite, che vanno dai 290 al mese dei punti nascita più grandi ai 28 di quelli più piccoli.

Fonte: Sanità News, 22 dicembre 2011

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