Antibiotico-resistenza. Da Oms nuova guida sulle disuguaglianze di genere nella diagnosi e nella cura delle infezioni
20 settembre - Nel complesso, le donne hanno il 27% di probabilità in più di ricevere antibiotici nel corso della loro vita rispetto agli uomini. Le dottoresse tendono ad adottare un approccio più conservativo e attendista nella prescrizione di antibiotici rispetto alle loro controparti maschili. Le raccomandazioni su come utilizzare al meglio gli antibiotici fatte dai farmacisti uomini hanno maggiori probabilità di essere accettate rispetto a quelle fatte dalle loro colleghe. Inoltre, le norme culturali che limitano il potere decisionale e l’indipendenza finanziaria delle donne spesso le spingono verso l’autodiagnosi e trattamenti inappropriati, esacerbando la persistenza di infezioni resistenti.
Affrontare le principali disparità di genere nella prevenzione, diagnosi e trattamento delle infezioni resistenti ai farmaci.
È questo l’obiettivo di una nuova guida pubblicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La resistenza antimicrobica (AMR) si verifica quando batteri, virus, funghi e parassiti non rispondono più ai farmaci, aumentando il burden di alcune infezioni difficili da curare e che portano a malattie e decessi. Presenta rischi distinti per donne e ragazze, in particolare in contesti con risorse limitate. La guida offre raccomandazioni pratiche per guidare i paesi nella progettazione, implementazione e monitoraggio dei piani d’azione nazionali (NAP) sull’AMR per renderli più sensibili al genere.
“Il genere influenza l’esposizione delle persone alle infezioni, le soluzioni che vengono messe in campo per prevenirle e trattarle - ha affermato Anand Balachandran, responsabile dell’unità per i piani d’azione nazionali e il monitoraggio e la valutazione nella divisione AMR dell’OMS - tuttavia la maggior parte dei piani d’azione nazionali sull’AMR non menziona sesso o genere. Le implicazioni per la progettazione degli interventi AMR vengono raramente prese in considerazione. Questa guida elenca 20 raccomandazioni per cambiare questa situazione”.
Le donne e le ragazze affrontano maggiori barriere nell’accesso all’assistenza sanitaria, il che le rende più vulnerabili alle complicazioni delle infezioni resistenti ai farmaci. Dietro questi ostacoli c’è un complesso mix di fattori biologici, sociali, culturali ed economici. In molte regioni a basso reddito, il ruolo delle donne e delle ragazze nella preparazione del cibo, nell’assistenza e nella raccolta dell’acqua può aumentare la loro esposizione a patogeni resistenti ai farmaci. Le donne rappresentano anche il 70% della forza lavoro sanitaria globale, esponendole a patogeni pericolosi. I tassi più elevati di violenza sessuale possono anche aumentare il rischio di infezioni sessualmente trasmissibili resistenti ai farmaci tra le donne.
Ma anche il rischio e l’impatto delle infezioni resistenti ai farmaci per gli uomini non devono essere trascurati. Le professioni dove gli uomini sono più presenti come l’allevamento di animali, l’agricoltura industriale e i macelli, li espongono ad antibiotici e patogeni resistenti ai farmaci. La percezione che gli uomini debbano dedicarsi al lavoro e i limiti di tempo che derivano da un impiego regolare, possono contribuire a far ritardare la ricerca di diagnosi e trattamento per le infezioni, in particolare per la tubercolosi multifarmaco-resistente.
Nel complesso, le donne hanno il 27% di probabilità in più di ricevere antibiotici nel corso della loro vita rispetto agli uomini. Le dottoresse tendono ad adottare un approccio più conservativo e attendista nella prescrizione di antibiotici rispetto alle loro controparti maschili. Le raccomandazioni su come utilizzare al meglio gli antibiotici fatte dai farmacisti uomini hanno maggiori probabilità di essere accettate rispetto a quelle fatte dalle loro colleghe. Inoltre, le norme culturali che limitano il potere decisionale e l’indipendenza finanziaria delle donne spesso le spingono verso l’autodiagnosi e trattamenti inappropriati, esacerbando la persistenza di infezioni resistenti.
Le linee guida dell’Oms arrivano in un momento critico. Oltre 170 paesi hanno sviluppato piani d’azione nazionali per la resistenza antimicrobica entro il 2024, ma solo 27 disaggregano i dati rilevanti per sesso, posizione geografica, reddito e altre caratteristiche. L’assenza di dati disaggregati per genere rappresenta un ostacolo critico all’affrontare le disuguaglianze attraverso interventi sanitari personalizzati e quadri politici inclusivi. La guida delinea 20 raccomandazioni attuabili per gli Stati membri, volte a identificare e affrontare vulnerabilità specifiche per genere, incorporare l’analisi di genere nella ricerca sull’AMR e promuovere un accesso equo agli antibiotici. Queste raccomandazioni includono la promozione della partecipazione di donne, uomini e gruppi vulnerabili nei meccanismi di coordinamento multisettoriali sull’AMR, il rafforzamento degli sforzi di raccolta dati su AMR e genere e l’istituzione di indicatori nei NAP per monitorare i progressi nell’affrontare le disuguaglianze di genere.