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Allattamento al seno solo per 46% bimbi di 2-3 mesi. Gemmato: “Diritto da garantire a bimbi e mamme”

7 luglio - La percentuale scende al 30% per i neonati di 4-5 mesi e i dati al Sud sono “estremamente più bassi e questo è inaccettabile”. A dirlo il presidente del Tavolo tecnico operativo per la promozione dell’allattamento al seno, Riccardo Davanzo, in occasione della IV Conferenza nazionale sull’allattamento. Per il sottosegretario Gemmato “il fatto che una donna che allatta desti scalpore e faccia notizia è la prova di quanto questo atto non sia ancora naturale nella nostra società”.

“L’allattamento al seno porta benefici a lunghissimo termine per i bambini, è un investimento non solo in termini di soldi risparmiati per il latte ma anche in termini di salute per il futuro. Non esiste in Italia un monitoraggio permanente dell’allattamento, ma da una survey del 2022 dell’Iss emerge che in media il 46% dei neonati a 2-3 mesi di vita è allattato in modo esclusivo al seno, percentuale che scende al 30% a 4-5 mesi, con le regioni del Sud che hanno dati estremamente più bassi e questo è inaccettabile”.

Lo ha detto Riccardo Davanzo, neonatologo e presidente del Tavolo tecnico Operativo interdisciplinare per la promozione dell’allattamento al seno (Tas), intervenendo alla IV Conferenza nazionale sull’allattamento svolto stamani al ministero della Salute a Roma.

Un appello ad incentivare l’allattamento al seno che è stata raccolto e rilanciato dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, che dalla Conferenza ha ricordato come, recentemente, fece notizia l’immagine della parlamentare del M5S, Gilda Sportiello, che allattava il figlio alla Camera dei Deputati (per la prima volta nella storia di Montecitorio). “Il fatto che l’allattamento al seno, che è evento così naturale, abbia destato stupore, scalpore, notiziabilità la dice lunga su come questo atto non sia ancora naturale nella nostra società. Dovremmo mettere tutte le mamme nelle condizioni di poter allattare al seno serenamente, senza che questo diventi un impedimento per il lavoro o susciti scalpore”. Per Gemmato, dunque, bisogna lavorare per “garantire quella che è una pratica e un diritto fondamentale per i bambini e per le mamme”.

Il sottosegretario, parlando di fondo sanitario nazionale, “che quest’anno tocca la cifra record di quasi 130 miliardi di euro”, ha sottolineato come “parallelamente all’incremento dei Fondo sia evidentemente necessario prevedere nuovi modelli organizzativi, che coinvolgano professionisti sanitai ma che tengano conto anche di una serie di tematiche di prevenzione e stili di vita, tra cui l’allattamento, che sono importanti e vanno diffuse”.

Sul tema sono intervenute, nei giorni successivi,  Enrica Pizzi Referente Scientifica della Sorveglianza, Reparto Salute della Donna e dell’Età Evolutiva, CNaPPS, Iss e Serena Donati Direttrice Reparto Salute della Donna e dell’Età Evolutiva, CNaPPS, Iss che hanno replicato alle affermazioni di sul fatti che  “Non esiste in Italia un monitoraggio permanente dell’allattamento, ma da una survey del 2022 dell’Iss emerge che in media il 46% dei neonati a 2-3 mesi di vita è allattato in modo esclusivo al seno…”.

“Riteniamo opportuno specificare – hanno scritto – che i dati Iss non originano da una “survey” bensì dal “Sistema di Sorveglianza 0-2 anni sui principali determinanti di salute del bambino” promosso dal Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con le Regioni e Province Autonome. Una delle principali differenze tra le due modalità di rilevazione consiste proprio nella sistematicità e continuità nel tempo garantita dai sistemi di sorveglianza rispetto alla saltuarietà delle “survey”.

La Sorveglianza 0-2 anni raccoglie dati su diversi indicatori di salute relativi ai primi 1000 giorni di vita, tra cui l’allattamento materno https://www.epicentro.iss.it/sorveglianza02anni/ e rappresenta un fiore all’occhiello per il Paese quale unica sorveglianza di popolazione dedicata alla salute dei primi 1000 giorni disponibile a livello internazionale.

La sua priorità di salute pubblica è stata sancita dall’inclusione nel Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 2017 che identifica i Sistemi di Sorveglianza e i Registri di interesse nazionale.

Dopo una iniziale sperimentazione nel 2013 in 13 Distretti Sanitari, nel 2018 la Sorveglianza ha coinvolto 11 Regioni, e nel 2022 si è estesa alla totalità delle Regioni, ad eccezione del Molise e della PA di Bolzano, arruolando oltre 35.000 mamme in occasione delle sedute vaccinali dei loro bambini.

Grazie a questa Sorveglianza, per la prima volta in Italia sono disponibili stime accurate dell’allattamento, anche a livello regionale, che riguardano indicatori richiesti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dai Piani Nazionali e Regionali della Prevenzione. La disponibilità di questi dati, la possibilità di monitorare gli indicatori nel tempo, l’analisi delle differenze territoriali e delle associazioni con i fattori socio-economici, permettono di produrre conoscenza utile ai decisori nazionali e regionali per la programmazione delle opportune azioni di salute pubblica.

Siamo quindi particolarmente lieti di rilevare che anche in occasione della IV Conferenza nazionale sull’allattamento, tenutasi presso il Ministero della Salute, i dati messi a disposizione dalla Sorveglianza ISS siano stati di riferimento per la discussione delle azioni volte a favorire la protezione, promozione e il sostegno dell’allattamento materno”.



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