Aborto: s’inverte il trend. Nel 2022 effettuati 65.661 interventi (+3,2%). Scende il numero dei medici obiettori e per la prima volta le Ivg farmacologiche superano le chirurgiche. Schillaci: “Fondamentale potenziare i consultori”. La nuova Relazione al Parlamento
6 dicembre - Trasmessa al Parlamento la nuova Relazione sull’attuazione della Legge 194/78. Dopo decenni di calo costante si evidenzia un incremento delle interruzioni volontarie di gravidanza. L’aumento ha interessato tutte le aree geografiche del Paese, con l’eccezione dell’Italia insulare dove è rimasto stabile. Diminuiscono i tempi di attesa. LA RELAZIONE
Tornano a crescere gli aborti in Italia, nel 2022 sono aumentati del 3,2% rispetto all’anno precedente: in cifre 2.008 aborti in più, per un totale di 65.661 IVG. Ricorrono all’aborto soprattutto le donne tra i 25 e i 34 anni e tra le minorenni i numeri aumentano anche se lievemente. Soprattutto cresce il tasso di abortività (numero di IVG per mille donne tra i 15-49 anni) arrivato a 5,6 con un incremento del 5,1% rispetto al 2021.
In aumento anche il rapporto di abortività, ossia il numero di IVG per mille nati vivi, che segna un +4,8% rispetto al 2021 (da un valore di 159 Ivg passa a 166,6 IVG per mille nati vivi).
Un trend in crescita che ha interessato tutte Regioni anche se con delle eccezioni: nelle isole è rimasto stabile. Mentre il tasso di IVG è rimasto invariato in Piemonte e Friuli-Venezia Giulia ed è leggermente diminuito in Sardegna.
L’aborto farmacologico, in particolare nel Nord del Paese, surclassa quello chirurgico: il solo Mifepristone e la sua associazione con le prostaglandine nel 2022 sono stati utilizzati nel 50,9% delle IVG rispetto al 47,2% del 2021, al 24,9% del 2019 e al 3,3% del 2010.
E ancora, diminuisce anche se di poco la quota di ginecologi obiettori di coscienza: dal 63,6% del 2021 passa al 60,5%. Percentuali ancora elevate e con notevoli differenze tra le Regioni: in Molise i ginecologi obiettori di coscienza sono ben il 90,9% e l’81,5% in Sicilia. Di contro le percentuali più basse si rilevano in Valle d’Aosta (25%) e nella Pa di Trento (31,8%).
Comunque, nonostante tutto l’Italia continua a registrare i più bassi numeri a livello internazionale confermando così lo storico andamento decrescente del tasso di abortività rispetto al 1983 (-66,9%), anno record nel nostro Paese.
Questo il quadro emerso dalla Relazione, contenente i dati 2022, sull’attuazione della L.194/78 che stabilisce norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria della gravidanza (IVG) trasmessa al Parlamento il 22 novembre dal Ministero della Salute e pubblicata in anteprima dal sito Prochoice.it
Vediamo nel dettaglio i numeri emersi.
In totale nel 2022 in Italia sono state notificate 65.661 IVG, un dato che mostra un incremento del 3,2% rispetto al 2021 quando sono state notificate 63.653 IVG (+2.008 casi). Il tasso di abortività (Numero di IVG per 1.000 donne di età 15-49 anni residenti in Italia), che è l’indicatore più accurato per una corretta valutazione del ricorso all’IVG, nel 2022 è risultato pari a 5,6 per 1.000 con un aumento del 5,1% rispetto al 2021 quando era pari a 5,3 per 1.000. Il rapporto di abortività (Numero di IVG per 1.000 nati vivi) nel 2022 è risultato pari a 166,6 per 1.000 nati vivi (corrispondente a 16,7 per 100 nati vivi) con un aumento del 4,8% rispetto al 2021, quando era pari a 159,0 IVG per 1.000 nati vivi.
Caratteristiche delle donne che fanno ricorso all’IVG
IVG per classe di età: nel 2022 i tassi di abortività più alti riguardano le donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni, come negli anni precedenti. Rispetto al 2021, tutte le classi di età presentano un aumentato ricorso all’IVG, tranne quelle comprese tra 40 e 49 anni che mantengono il tasso stabile.
IVG fra le minorenni: Nel 2022 le donne di età inferiore ai 18 anni che hanno effettuato una IVG sono state 1.861, pari complessivamente al 2,8% di tutti gli interventi praticati in Italia e a un tasso di abortività del 2,2 per 1000, in aumento rispetto al 2,1 rilevato nel 2021 e all’1,9 del 2022. Lo stesso trend, in aumento dal 2020, è confermato per le classi di età minori di 20 anni. Continua quindi il trend dello scorso anno, dovuto al contemporaneo aumento delle IVG delle minori italiane e della diminuzione di quelle straniere. Il tasso di abortività fra le minorenni in Italia, pur in aumento dal 2020, si mantiene inferiore a quello dei Paesi europei con analoghi sistemi socio-sanitari.
IVG per stato civile: La percentuale di donne nubili che ha effettuato un aborto volontario nel 2022 presenta un lieve incremento rispetto al 2021 (61,3% vs 59,5%). L’aumento registrato negli anni è in parte ascrivibile alla diminuzione della quota di coniugate nella popolazione generale e alla maggior diminuzione del ricorso all’IVG tra le donne coniugate.
IVG per titolo di studio: Nel 2022 si mantiene stabile la quota dell’80% circa di IVG effettuate da donne con licenza media superiore (47,1%) e inferiore (33,6%). IVG per stato occupazionale: Tra le donne che hanno eseguito IVG nel 2022, il 49,0% risulta occupata, in lieve aumento rispetto al 2021 quando le occupate erano il 47,2%.
Mobilità regionale: Nel 2022 la quota di IVG effettuata nella Regione di residenza è stata pari al 92,9%, di queste l’86,9% è stato effettuato nella Provincia di residenza. Si tratta di valori analoghi a quelli rilevati negli anni precedenti e indicativi di una bassa mobilità tra Regioni. Specie per le classi di età più giovani occorre tenere in considerazione le possibili “false migrazioni” dovute a motivi di studio o lavoro temporaneo che giustificano il domicilio in una Regione diversa da quella di residenza.
IVG di donne straniere: Sul totale delle IVG praticate in Italia nel 2022, 17.973, pari al 27,5% sono state effettuate da donne straniere, in aumento rispetto alle 17.130, al 27,1% rilevato nel 2021. L’aumento delle IVG fra le donne straniere rispetto al 2021 è del 4,9%, maggiore rispetto a quello fra le donne italiane, pari al 2,9%. Non è stato possibile stimare il tasso di abortività nel 2022, per l’indisponibilità delle stime della popolazione straniera residente per cittadinanza de età. Nel 2021, ultimo anno per cui si dispone del tasso di abortività delle donne straniere, il valore era pari a 12,0 per 1.000 donne, oltre due volte quello delle donne italiane nello stesso anno (5,0 per 1.000).
Dal 2010, anno in cui sono state registrate 38.331 IVG fra le straniere, pari al 34,2%, la diminuzione è stata del 53,8%.
IVG per numero di nati precedenti: Nel 2022 il 41,4% delle IVG è stato effettuato da donne senza figli, valore in aumento rispetto al 40,2% del 2021.
IVG ripetute: La percentuale di IVG effettuate da donne con precedente esperienza abortiva continua a diminuire e nel 2022 è pari al 23,3% rispetto al 24,0% del 2021. Il dato, in costante decremento nel tempo, conferma come la tendenza al ricorso all'aborto volontario in Italia non sia costante ma in riduzione, specie se si esclude il contributo delle donne straniere. Questo andamento è verosimilmente collegato al decremento delle nascite, al decremento della popolazione femminile in età feconda, al decremento delle IVG e al maggiore e più efficace ricorso ai metodi per la procreazione consapevole, compresa la contraccezione di emergenza, secondo gli auspici della legge n. 194/78. L’Italia mantiene una percentuale di aborti ripetuti tra le più basse a livello internazionale.
Modalità di svolgimento dell’IVG
Rilascio della certificazione: Anche per il 2022 risulta prevalente il ricorso al consultorio familiare per il rilascio della certificazione necessaria alla richiesta di IVG (43,9%), rispetto agli altri servizi. Segue per frequenza il servizio ostetrico-ginecologico dell’ospedale (34,3%) e il medico di fiducia (19,6%).
Procedura d’urgenza: La procedura d’urgenza, prevista dal comma 3 dell’articolo 5 della legge n. 194/78, nel 2022 ha riguardato il 25,7% delle IVG (rispetto al 24,8% del 2021).
Epoca gestazionale: Nel 2022 è ulteriormente aumentata la percentuale di interventi effettuati precocemente e per questo a minor rischio di complicanze: nel 2022 il 62,3% degli interventi è stato effettuato entro le 8 settimane di gestazione (rispetto al 61,7% del 2021), il 20,6% a 9-10 settimane, il 10,8% a 11-12 settimane e il 6,3% dopo la dodicesima settimana.
Tempi di attesa: Si osserva una diminuzione dei tempi di attesa tra rilascio della certificazione e intervento, possibile indicatore di efficienza dei servizi, presumibilmente riconducibile all’offerta dell’aborto farmacologico. La percentuale di IVG effettuate entro 14 giorni dal rilascio del documento era pari al 59,6% nel 2011, al 78,4% del 2021 e al 77,7% nel 2022. Parallelamente è diminuita la percentuale di IVG effettuate oltre 21 giorni dal rilascio della certificazione (8,4% sia nel 2021 che nel 2022).
Luogo dell’intervento: Nel 2022 l’89,7% degli interventi è stato eseguito negli istituti di cura pubblici, il 3,8% nelle cliniche convenzionate autorizzate, il 5,6% negli ambulatori pubblici e lo 0,3% nei consultori. Il 90,2% delle IVG è stato effettuato senza necessità di ricovero ordinario.
Tipo di anestesia impiegata: Prosegue la forte diminuzione del ricorso all’anestesia generale che nel 2022 ha riguardato il 22,0% delle IVG rispetto al 27,8% del 2021 e al 44,8% del 2019. Contestualmente all’aumento del ricorso all’IVG farmacologica è aumentata la percentuale di interventi effettuati senza alcuna anestesia/analgesia, che sono stati il 43,0% nel 2022 rispetto al 39,8% del 2021, al 23,9% del 2019 e all’1,3% del 2009 quando l’AIFA ha autorizzato la commercializzazione del Mifepristone in Italia.
Tipo di intervento: Nel 2022 le IVG chirurgiche sono state pari al 46,6% del totale degli interventi, valore in ulteriore diminuzione rispetto al 50,7% del 2021, e sono scese, per la prima volta in Italia, al di sotto del 50%. L’isterosuzione rimane la modalità più utilizzata per le IVG chirurgiche (39,4% del totale degli interventi nel 2022). Permane tuttavia un 7,2% di interventi eseguiti mediante raschiamento, con forte variabilità tra Regioni: il valore massimo si rileva in Sardegna (21,0%). Nel 2022 tutte le Regioni sono state in grado di fornire l’informazione dettagliata del tipo di intervento, come richiesto dal questionario Istat, che prevede anche la suddivisione dell’aborto farmacologico in “Solo Mifepristone” (1,7%), “Mifepristone + prostaglandine” (49,2%) e “Sole prostaglandine” (1,1%), facendo salire la percentuale dell’IVG farmacologica nel suo insieme al 52,0%.
Continua ad aumentare il ricorso all’aborto farmacologico, in seguito anche alla circolare del 12 agosto 2020 del Ministero della Salute – Aggiornamento delle “Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con Mifepristone e prostaglandine”. Nel 2022 il solo Mifepristone e la sua associazione con le prostaglandine sono stati utilizzati nel 50,9% delle IVG rispetto al 47,2% del 2021, al 24,9% del 2019 e al 3,3% del 2010. Permane una forte variabilità per area geografica con valori inferiori alla media nazionale nell’Italia insulare (33,0%) e meridionale (48,5%) rispetto al Centro (54,1%) e al Nord (53,9%).
Durata della degenza: Nel 2022 il 90,2% delle IVG è stato eseguito senza ricovero ordinario e nel 2,7% dei casi la donna è rimasta ricoverata per una sola notte, in analogia a quanto rilevato nel 2021. Si rileva una discreta variabilità per area geografica e per Regione presumibilmente imputabile a diverse modalità organizzative locali.
Obiezione di coscienza
Nel 2022, la quota di ginecologi obiettori di coscienza risulta pari al 60,5%, inferiore rispetto al 63,6% dell’anno precedente, ma ancora elevata e con notevoli differenze tra le Regioni: le percentuali più alte di ginecologi obiettori di coscienza si rilevano in Molise (90,9%) e Sicilia (81,5%); le percentuali più basse in Valle d’Aosta (25,0%) e P.A. di Trento (31,8%).
Su questo punto si è espresso il Ministro della Salute Orazio Schillaci: “I dati sull’obiezione di coscienza – scrive nelle considerazioni – mostrano un calo negli anni del numero di IVG medie settimanali a carico dei ginecologi non obiettori a livello nazionale (0,9 IVG medie settimanali per ginecologo non obiettore). Il dettaglio del carico di lavoro per ciascun punto IVG all’interno delle singole Regioni, riportato in appendice relativamente a ciascuna struttura in 14 cui si effettuano IVG, consente di verificare puntualmente l’offerta sul territorio. L’analisi dei carichi di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore non sembra evidenziare particolari criticità nei servizi di IVG.
Alla luce di tali dati, eventuali problematiche nell’offerta del servizio IVG potrebbero essere riconducibili all’organizzazione regionale del servizio stesso, e non alla numerosità del personale obiettore. Il consultorio familiare rappresenta la struttura a libero accesso e gratuita deputata alla protezione, prevenzione, promozione della salute, consulenza e cura rivolte alla donna in tutto il suo ciclo di vita all’interno del contesto comunitario di riferimento. Pertanto, è indispensabile garantire il continuo miglioramento dell’offerta multiprofessionale dei consultori familiari e facilitare l’accesso a tutte le donne, in particolare a quelle che si sono sottoposte ad una IVG attraverso azioni di sostegno anche di carattere psico-sociale e counseling personalizzati, al fine di promuovere sempre il sostegno alla salute della donna”.
Consultori familiari
L’analisi dell’attività dei consultori familiari per l’IVG nell’anno 2022 è stata effettuata attraverso un monitoraggio ad hoc del Ministero della Salute, in continuità con gli anni precedenti. I consultori familiari che hanno dichiarato di effettuare counselling per l’IVG e di rilasciare certificati nel 2022 corrispondono al 76,6% del totale dei consultori familiari (1.489 su 1.945). Sono state richieste, come negli anni precedenti, le seguenti informazioni: numero di donne che hanno effettuato il colloquio previsto dalla legge n. 194/78, il numero di documenti/certificati rilasciati, il numero di donne che hanno effettuato controlli post IVG (in vista della prevenzione di IVG ripetute)
Contraccezione di emergenza
Con la determina AIFA n. 998 dell’8 ottobre 2020, è stato eliminato l’obbligo di prescrizione per l’Ulipristal acetato (ellaOne) anche per le minorenni; per le maggiorenni il medesimo obbligo era stato eliminato con analoga determina del 21 aprile 2015. L’analisi dei dati mostra un progressivo aumento della distribuzione dal 2015 al 2018, una stabilizzazione fino al 2020, e un successivo importante aumento fino al 2022: ogni incremento si è verificato in corrispondenza delle determine AIFA.
In particolare, la distribuzione di Ulipristal acetato (ellaOne) è passata da 266.567 confezioni nel 2020, a 348.219 nel 2021, a 444.730 nel 2022 (incremento del 27,7% rispetto all’anno precedente, e del 66,8% rispetto al 2020, quando è stata approvata la determina che ha eliminato l’obbligo di prescrizione anche per le minorenni). Meno consistenti le variazioni riguardo al Norlevo, che aumenta fra il 2021 e il 2022, ma in modo più contenuto: da 284.376 a 303.407 confezioni (incremento del 6,7% rispetto all’anno precedente, e del 4,8% rispetto al 2020, quando il numero delle confezioni vendute era maggiore di quello del 2021). La mancanza di tracciabilità delle vendite non consente di distinguere l’utilizzo della contraccezione di emergenza nelle diverse fasce di età e neppure l’eventuale uso ripetuto all’interno di tali fasce.