Associazione dei Ginecologi Italiani:
ospedalieri, del territorio e liberi professionisti

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TEST GENETICI BRCA/1 BRCA/2: RACCOMANDAZIONI (settembre 2020)

REALIZZATE DAL GRUPPO DI LAVORO GISS GINECOLOGIA ONCOLOGICA
SU MANDATO SIGO, AOGOI, AGUI, AGITE

Il tumore ovarico è il secondo tumore ginecologico per frequenza ma il primo per mortalità. Nella maggior parte dei tumori epiteliali dell’ovaio il trattamento corretto è rappresentato dalla chirurgia up-front con intento di asportazione completa della neoplasia, seguito da chemioterapia con carboplatino e paclitaxel (con la possibile associazione di bevacizumab). Tuttavia, nei tumori iniziali sottoposti a corretta stadiazione, in assenza di fattori di rischio, è possibile evitare il trattamento adiuvante o eseguire una terapia chirurgica conservativa della funzione dell’apparato genitale. Nei tumori avanzati non citoriducibili in prima istanza, inoltre, potrebbe essere necessaria una strategia che contempli un trattamento chemioterapico neoadiuvante con successiva chirurgia demolitiva (chirurgia di intervallo) Il concetto di target-therapy già applicato con successo in altre neoplasie, si è potuto applicare alle neoplasie ginecologiche grazie alla conoscenza delle mutazioni germinali e somatiche dei geni BRCA 1 e 2 [1], per le quali è stato elaborato il concetto di letalità sintetica nelle cellule che presentano un’alterata capacità di riparazione del DNA per “homologous repair deficiency” (HRD). La HRD è per gran parte determinata dall’assetto dei geni BRCA 1 e 2 e la conseguente letalità sintetica viene ottenuta con l’utilizzo di inibitori di PARP (poli ADP-ribosio polimerasi). [Cont...]

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