Raccomandazioni per la diagnostica della placenta umana espulsa dopo la 14^ settimana di gestazione
OPERATIVITÀ IN SALA PARTO E ANATOMIA PATOLOGICA, CRITERI DIAGNOSTICI E MODALITÀ DI FORMULAZIONE DEL REFERTO DIAGNOSTICO, RESTITUZIONE DELLA DIAGNOSI”, su mandato SIGO, AOGOI, AGUI, AGITE, SIAPEC-IAP.
L’adeguata diagnostica anatomopatologica della placenta è un processo integrato che parte in sala parto, si svolge in gran parte nelle U.O. di Anatomia Patologica e si conclude con la restituzione del referto alla madre/famiglia, da parte del ginecologo/neonatologo.
La corretta diagnostica anatomopatologica della placenta è riconosciuta come elemento cruciale per spiegare gli esiti negativi di una gravidanza e per definire il rischio procreativo futuro della donna/coppia, ma anche perché può fornire indicazioni ai ginecologi e ai neonatologi/pediatri sulla presenza di patologie materne o del neonato clinicamente non evidenti che, se ignoraste e non precocemente trattate, potrebbero manifestarsi nel corso della vita.
Gli operatori sanitari italiani, come riconosciuto dalla Legge n. 24 del 2017, devono potere disporre di “Raccomandazioni” e “Linee Guida” che derivino dalla nostra realtà operativa e dalle caratteristiche della nostra popolazione, senza doversi rimandare necessariamente a realtà estere, talvolta poco confrontabili con quella italiana.
Queste e altre considerazioni hanno portato alla redazione delle presenti Raccomandazioni, frutto della collaborazione tra numerose Società Scientifiche. Esse saranno parte integrante delle “Linee Guida italiane per la diagnostica anatomo-clinica della placenta espulsa/estratta dopo la 14a settimana di gestazione” attualmente in corso di validazione presso l’Istituto Superiore di Sanità.
Pubblicandole già ora, vogliamo fornire uno strumento agli operatori. Uno strumento dinamico che si aggiornerà nel tempo. Come i Lettori vedranno, in questa prima edizione abbiamo voluto considerare i “Criteri diagnostici anatomopatologici” di 14 patologie, di particolare frequenza o particolare complessità diagnostica. Nelle prossime edizioni saranno considerate altre patologie e saranno eventualmente aggiornati i criteri diagnostici di quelle già trattate.
Questo strumento non è riservato solo agli anatomopatologi, ma fornisce indicazioni e considerazioni su come descrivere, inviare, conservare la placenta dopo il parto, su come trattarla e campionarla per garantire la possibilità di ulteriori indagini (genetiche e microbiologiche, in particolare), su come redigere il referto diagnostico e colloquiare con genitori e famigliari.
Il panel è stato di grande prestigio e ha elaborato uno strumento di lavoro utile.
Ringraziamo tutti i Colleghi che hanno partecipato in qualità di Redattori e Collaboratori alla elaborazione e alla scrittura di queste raccomandazioni, ma anche tutti coloro che negli ultimi due anni hanno partecipato, in più occasioni, agli eventi di discussione aperta che hanno contribuito a farne un prodotto condiviso e agganciato ai diversi aspetti della realtà nazionale. Un sentito riconoscimento va al Prof. Leonardo Resta che, in qualità di predecessore del Prof. Bulfamante nel ruolo di Coordinatore del Gruppo di Studio APEFA della SIAPEC-IAP, insieme a tutto il Direttivo Nazionale della SIAPEC-IAP, ha supportato le attività che oggi permettono la pubblicazione di questo documento.
Gaetano Bulfamante e Antonio Ragusa