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VADEMECUM DI PREVENZIONE DELLE INFEZIONI SESSUALMENTE TRASMESSE (IST)

Introduzione

Nell’ultimo secolo abbiamo assistito a sorprendenti cambiamenti nella diffusione ed epidemiologia delle infezioni sessualmente trasmesse (IST), o ‘malattie veneree’, come venivano denominate fino a qualche decade fa. Nella seconda metà del ‘900, grazie all’avvento degli antibiotici, è stato possibile ridurre grandemente l’incidenza delle due ‘malattie veneree’ maggiormente diffuse per via sessuale (sifilide e gonorrea) e questo ha indotto in qualche misura a considerare che questo tipo di patologie non costituisse più un problema da tenere in considerazione. L’avvento dell’epidemia di AIDS negli anni ’80 ha riportato bruscamente l’attenzione sul fatto che diversi agenti patogeni possono trasmettersi per via sessuale e sulle cosiddette IST “classiche”, che avevano continuato a circolare indisturbate, a cui sono aggiunte nuove IST emergenti. Da allora, infezioni da HPV, herpes genitale, epatite B, clamidia, (tanto per fare alcuni esempi) si sono imposte di volta in volta come vero problema, sia a livello individuale che di sanità pubblica. La loro vasta diffusione, la sintomatologia fastidiosa, l’alta percentuale di persone infettate ma senza sintomi apparenti, le gravi conseguenze a medio-lungo termine, il rischio di tumori o sterilità, la vergogna e l’imbarazzo di chi ne è affetto (e preferisce ignorare o disinteressarsi alla malattia), il profondo coinvolgimento emotivo del paziente che vive un momento di particolare fragilità legato a problematiche di salute che riguardano la sfera più intima: tutti questi sono aspetti preoccupanti che devono indurci ad abbattere il silenzio che circonda le IST per proporre invece finalmente un approccio sereno e moderno alla salute sessuale, rivolto a tutti i cittadini. [Continua....]

 

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