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L’olio di pesce in gravidanza riduce rischio asma per il nascituro

10 gennaio 2017 - Un supplemento di olio di pesce nella dieta delle donne in gravidanza, sotto forma di integratore, può ridurre di oltre il 30 per cento l’incidenza di casi di asma o respiro sibilante nel nascituro. Tutto questo grazie a due acidi: l’eicosapentaenoico (EPA) e il docosaesainoico (DHA). 

(Reuters Health) – Gli integratori a base di olio di pesce, se assunti negli ultimi tre mesi di gravidanza, sono in grado di ridurre i fenomeni di asma o respiro sibilante persistente nel nascituro. È quanto emerge da uno studio danese che ha coinvolto 695 donne in stato interessante e che è stato pubblicato dal New England Journal of Medicine.
 
Gli integratori hanno abbassato il rischio dal 23,7% nelle madri del gruppo trattato con placebo – 2,4 grammi di olio d’oliva al giorno – al 16,9% nelle donne che hanno assunto le capsule di olio di pesce. Si tratta di una riduzione pari al 30,7%, se proiettata ai primi tre anni di vita. Ne hanno beneficiato particolarmente i bimbi nati da madri che – prima dell’inizio dello studio – avevano assunto livelli ridotti dei due ingredienti principali dell’olio di pesce, l’acido eicosapentaenoico (EPA) e quello docosaesainoico (DHA). Nello studio, infatti, tra i figli delle donne con bassi livelli di EPA e DHA, il tasso di asma e respiro sibilante registrato si è attestato al 17,5% – se le mamme avevano successivamente assunto olio di pesce – e al 34,4% nel gruppo del placebo. L’integrazione di olio di pesce ha anche ridotto il rischio di infezioni delle vie respiratorie, con il tasso che è sceso dal 39,1% nel gruppo placebo al 31,7% del gruppo che aveva assunto olio di pesce.
 
Fonte: New England Journal of Medicine 2016
 
Gene Emery
 
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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