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Impariamo a parlare di sesso, “sicuro”. Dal 26 maggio il primo master Aogoi-Iulm sulla comunicazione medico/paziente sulle malattie sessualmente trasmissibili

23 marzo 2017 - Novantasei ore di lezione, divise in otto moduli, da maggio a novembre per un totale di 50 crediti Ecm. Parte il primo master su “Efficacia e misurabilità della comunicazione per favorire il cambiamento degli stili di vita e delle abitudini sessuali per una corretta tutela della salute sessuale e riproduttiva”. Un approccio didattico innovativo per apprendere nuove tecniche di comunicazione medico/paziente. Dal confronto diretto al dialogo sui social. IL PROGRAMMA.

 

Quale linguaggio si addice al medico quando parla con il paziente? E’ meglio un linguaggio “unidirezionale” o “dialogante”? Quali i rischi di un’imperfetta intesa comunicativa medico-paziente? Meglio una comunicazione “ufficiale” o un approccio “friendly”? 

Sono solo alcune delle domande alle quali il master promosso dall’Aogoi in collaborazione con l’università Iulm di Milano (uno dei centri universitari di formazione sulla comunicazione più prestigiosi del Paese) che partirà il prossimo 26 maggio (vedi programma).

Domande sempre più attuali alle quali spesso non rispondiamo per pigrizia intellettuale o per, diciamolo, anche scetticismo verso quella che è invece una vera e propria arte: l’arte del saper comunicare bene, in modo appropriato e autorevole ma soprattutto empatico.

Sì, perché ormai sappiamo quanto sia importante instaurare con il paziente un rapporto diretto, basato prima di ogni altra cosa sulla fiducia. E la fiducia si ottiene senz’altro con la professionalità (in primo luogo) ma anche con la capacità di penetrare le barriere che spesso ostacolano una comunicazione diretta e franca con il paziente.

Problemi che riguardano tutte le discipline mediche in diversi ambiti e momenti della vita delle persone. Ma che in alcuni casi, come quelli oggetto del master Aogoi-Iulm, diventano preponderanti e forse addirittura primari per una buon esito della diagnosi e della terapia.

Nel master si parlerà infatti di come affrontare al meglio il tema delle malattie a trasmissione sessuale. Una serie di patologie sempre più diffuse e delle quali si parla poco, per ignoranza, minimizzazione, ma anche vergogna.

E invece stiamo parlando di patologie anche molto serie che nel 2013 hanno provocato (Aids escluso) 142.000 morti nel mondo e 19 milioni di trasmissioni nei soli Stati Uniti.

Il ginecologo ha un ruolo fondamentale nella prevenzione e moltissimo dipende dalla sua capacità di affrontare l’argomento offrendo alla donna (e alla coppia, meglio ancora) quei consigli semplici e basilari per prevenire la possibilità della trasmissione sessuale della malattia.

Un ruolo che coinvolge però anche le mamme e i papà dei giovani adolescenti, sia maschi che femmine, sia per la corretta informazione sulle nuove possibilità di prevenzione offerte dalle vaccinazioni disponibili e gratuite (in primis l’anti HPV ma anche l’epatite B) ma anche per un percorso di educazione alla sessualità che deve coinvolgere anche i genitori dei giovani adolescenti alla vigilia della loro maturazione sessuale.

E poi naturalmente la capacità che il ginecologo deve avere di parlare direttamente ai giovani che si affacciano alle loro prime esperienze sessuali con la paura, l’entusiasmo, le aspettative e la curiosità che ognuno di noi ha vissuto nella sua giovinezza.

La sfida del master promosso da Aogoi è quella di calare i discenti in una esperienza formativa specialistica dove poter apprendere le tecniche più efficaci ed evolute della comunicazione applicate alla medicina e al suo microcosmo ancora oggi poco abituato a fare i conti con il dialogo aperto e il confronto.

Esplorando anche la nuova sfera dei social dove il medico può/deve trovarsi ad interagire. Da qui la scelta di portare i discenti sul terreno dell’esperienza pratica in aula sull’utilizzo delle nuove tecnologie, nella professione e nel rapporto con il pubblico. 

E quindi come usare bene Facebook, Twitter e Whatsapp nelle relazioni che si possono sviluppare con il paziente o come rispondere a un quesito clinico sulle diverse piattaforme web.

Il tutto, come dice bene Carlo Stigliano, tra i docenti del master, “senza scadere nel paternalismo o peggio nel terrorismo psicologico il cui risultato finale sarebbe inevitabilmente l’allontanamento dei giovani pazienti”.

 

Cesare Fassari

 

 

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